Caso Paragon: le denunce di Cancellato e Casarini, poi la nota di Palazzo Chigi, quindi la decisione di Paragon Solutions srl di terminare ogni rapporto commerciale con l’Italia. Ecco cosa sta succedendo sul caso degli italiani spiati
Continua la bufera sul caso dello spyware che sarebbe stato utilizzato per spiare 90 utenze appartenenti a soggetti di vari Paesi europei via WhatsApp, di cui almeno sette italiani.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian stamane, l’azienda produttrice del software, Paragon Solutions, avrebbe interrotto ogni rapporto commerciale con l’Italia.
LUCA CASARINI E FRANCESCO CANCELLATO SPIATI DA PARAGON?
A fine gennaio era stato il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato a lanciare l’allarme.
Giornalisti presi di mira dallo spyware israeliano Paragon, spiato anche il direttore di https://t.co/NN3zpghRyP https://t.co/F8YI6F8MZ6
— Fanpage.it (@fanpage) January 31, 2025
Stando alle ricostruzioni, il giornalista era stato avvisato personalmente da Meta attraverso l’account WhatsApp Support di un attacco da parte di una società di spyware al suo dispositivo.
Ieri l’Ong Mediterranea Saving Humans ha reso noto che anche il suo fondatore e attivista Luca Casarini era stato raggiunto dal medesimo messaggio di Meta.
👁️ Luca Casarini, nostro fondatore e capomissione, spiato con un software militare sofisticato.
Chiediamo: il Governo italiano ha autorizzato una simile operazione? I Servizi segreti italiani utilizzano lo #spyware #Paragon?
Leggi il comunicato 👇🏾https://t.co/EnAeOBWTGg pic.twitter.com/t14RAVe7Ki
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) February 5, 2025
Due “target” particolarmente sensibili, se si considerano le inchieste condotte dalla testata diretta da Cancellato sulla Gioventù Nazionale di Fratelli d’Italia e l’impegno di lungo corso di Casarini nel salvataggio in mare dei migranti e nella denuncia delle deportazioni in atto nel Nord Africa per fermare gli sbarchi.
LA RISPOSTA DEL GOVERNO
In serata è giunta una nota di Palazzo Chigi in cui si esclude il coinvolgimento del governo italiano e dell’intelligence. Si apprende inoltre che “trattandosi di una questione che il governo considera di particolare gravità, è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dipende dalla Presidenza del Consiglio”, mentre “la Presidenza del Consiglio conferma la sua disponibilità a riferire all’organismo parlamentare preposto al controllo dell’attività dei servizi (Copasir)”.
PARAGON, LA SOCIETA’ PRODUTTRICE DELLO SPYWARE
Nel mirino c’è una società israeliana fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak e acquisita di recente dal colosso americano di private equity AE Industrial Partners, come scriveva a dicembre The Times of Israel.
Si tratta della Paragon Solutions srl, attiva nel campo della cyber intelligence e rivale del gruppo NSO, protagonista di un altro celebre caso, quello relativo al trojan Pegasus. Secondo la testata israeliana, tra i suoi clienti figurerebbero il governo degli Stati Uniti e alcune agenzie di sicurezza in Europa e nello stesso Israele.
COS’È GRAPHITE
Lo spyware responsabile della violazione sarebbe Graphite, un software progettato per infiltrarsi nei dispositivi mobili e accedere ai dati personali degli utenti, in teoria con lo scopo di prevenire crimini.
Secondo una fonte anonima del Guardian, Paragon avrebbe interrotto i rapporti col mercato italiano perché lo spionaggio ai danni di attivisti e giornalisti configura una violazione dei termini di servizio accettati al momento della stipula del contratto.
CASO PARAGON: L’ATTENZIONE DELL’EUROPARLAMENTO
Resta da capire, chiede Francesco Cancellato, se il governo italiano sia tra i clienti di Paragon e quando sia stato stipulato il contratto.
Tre semplici domande:
L’Italia è cliente dell’azienda #Paragon Solutions?
Il governo può ufficialmente smentire di aver spiato il direttore di un giornale?
E, se non l’ha fatto, quali iniziative intende prendere per tutelare i propri concittadini da questo genere di azioni? https://t.co/kztNMfZHvn
— Francesco Cancellato (@fcancellato) February 5, 2025
Nel frattempo la vicenda rischia di diventare un caso europeo. La vicepresidente del Parlamento Ue Pina Picierno ha condannato l’attacco e presentato un’interrogazione alla Commissione europea, chiedendo quali interventi intende mettere in atto per difendere la libertà di stampa, oltreché la privacy, e chiarire cos sia accaduto.
La risposta è arrivata dal portavoce della Commissione Markus Lammert, il quale durante il punto stampa quotidiano ha definito il caso “inaccettabile” se verificato e ricordato come si tratti di una grave violazione dell’European Media Freedom Act.
Anche in Italia monta la polemica. Durante una seduta alla Camera, Marco Grimaldi (Avs), Federico Fornaro (PD) e Marco Pellegrini (M5S) hanno sollecitato un’informativa urgente sull’accaduto, evidenziando la gravità della situazione. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno dichiarato: “Siamo di fronte a una vicenda gravissima e inquietante su cui il governo Meloni deve chiarire”. I deputati del M5S, Francesco Silvestri e Alfonso Colucci, hanno aggiunto: “Vogliamo sapere se il governo è in qualche modo collegato con questa vicenda e se si sta minando l’indipendenza del giornalismo italiano. Auspichiamo che l’esecutivo risponda prontamente e che, come purtroppo avviene troppo spesso, non si nasconda dalle sue responsabilità”.