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Circolo Matteotti

Chi c’è nel Circolo Matteotti che unisce riformisti e minoranza Pd

Si chiama “Circolo Matteotti” la nuova iniziativa politica nata per radunare il centrosinistra di area milanese che mal sopporta la linea di Elly Schlein e vorrebbe riportare il Pd su una linea più moderata. Al centro della proposta sovranità europea, sostegno all’Ucraina e approccio riformista

Nasce a Milano, con inaugurazione alla Cascina Cuccagna il 15 maggio, un nuovo soggetto politico teso a raggruppare un’area trasversale a varie forze di centro e centrosinistra – PD, Azione, Italia Viva e +Europa.

Siamo al ritorno del Terzo Polo? Ai prodromi di una scissione interna al PD? Entrambe le cose? Nient’affatto, ci tiene a precisare la deputata dem Lia Quartapelle, tra i firmatari: “Non è un circolo di parte, o un organismo collaterale a un partito, né un nuovo movimento”, chiarisce su X l’europarlamentare PD, citando il manifesto.

CHE COS’È IL CIRCOLO MATTEOTTI

Il “Circolo Matteotti” –  intitolato cioè a “un riformista isolato dai comunisti”, scrive il Corriere citando uno degli organizzatori dell’iniziativa – raduna sensibilità “diverse” ma unite nella difesa dell’Ucraina, nell’autonomia strategica europea e nel rilancio dell’Italia come attore credibile all’interno dell’Occidente democratico.

IL MANIFESTO DEL CIRCOLO MATTEOTTI

Linkiesta si fa latrice del manifesto politico dell’iniziativa e al contempo ne tratteggia l’identikit del firmatario-tipo: “Voci irregolari, anticonformiste, o come dicevano gli americani prima di impazzire del tutto, «maverick» (….) siano essi socialisti o liberali, o liberal socialisti, ma comunque democratici, repubblicani, riformisti, europeisti”.

La linea generale del progetto si fissa nell’acronimo DARE: Democrazia, Autonomia strategica, Riforme ed Europa. Leggendo tra le righe del manifesto, si ricavano agevolmente altri riferimenti: atlantismo, Jobs Act, eredità di Minniti sul dossier migranti, rigetto del “bipopulismo” – ossia la demagogia di destra e di sinistra che si abbandona alle propagande trump-putiniane e a sentimenti nostalgici come spiega un altro articolo di Linkiesta.

Cosa non c’è dentro, invece? Quelle “battaglie minoritarie e di indignazione”, l’approccio “in forme discutibili sulle questioni dei diritti civili o su un approccio astratto e controproducente ai temi dell’immigrazione, che ha ignorato il malessere della parte più povera della popolazione e non ha risolto il problema dell’integrazione”. Come vengono accuratamente evitati i possibili accenni alle vicende mediorientali e alle politiche di riarmo comunitarie, a garanzia che il progetto non crei frizioni troppo palesi con la linea Schlein.

UN MESSAGGIO PER ELLY SCHLEIN

Insomma, la trasgressione è in riferimento alla linea della segreteria Pd, con l’appoggio delle forze che ne completano il perimetro verso il centro e che gradirebbero un posizionamento più tradizionale di Botteghe Oscure su alcuni temi.

In merito, l’onorevole Benedetto Della Vedova parla di “deriva massimalista in una fase storica in cui le questioni dirimenti sono la difesa europea e l’appoggio all’Ucraina”, mentre Sergio Scalpelli, ex assessore milanese alla Cultura, a sua volta partecipe dell’iniziativa, dice di Schlein “che in un mondo normale sarebbe nella segreteria di Avs”.

CHI C’È NEL CIRCOLO MATTEOTTI 

Chi sono dunque i ribelli controcorrente? A leggere la lista di firmatari si potrebbe pensarla come una faccenda quasi tutta interna al Pd. E Milano, che nel 2026 elegge il nuovo sindaco e dove i riformisti dem valgono il 15%, prova a fare da sfondo per un rilancio dell’area che oggi si sente rappresentata maggiormente da Renzi e Calenda.

Tra i firmatari dell’iniziativa troviamo Pina Picierno (PD, vicepresidente del Parlamento europeo), Lorenzo Guerini (PD, ex ministro della Difesa), Lia Quartapelle (PD, deputata), Pierfrancesco Maran (PD, assessore del Comune di Milano), Elena Bonetti (Italia Viva, ex ministra per la Famiglia), Emmanuel Conte (Lista Sala, assessore al Bilancio di Milano), Lisa Noja (+Europa, già deputata), Marco Taradash (+Europa, ex parlamentare), Benedetto Della Vedova (+Europa, ex sottosegretario agli Esteri), Emanuele Fiano (PD, ex deputato), Giorgio Gori (PD, sindaco di Bergamo), Pietro Bussolati (PD, consigliere regionale lombardo) e Simona Malpezzi (PD, senatrice).

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