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Chi c’era e cosa si è detto alla Conferenza Nazionale ATE, Alleanza per la Transizione Ecologica

Alleanza Per La Transizione Ecologica

L’intento degli organizzatori è “avviare un percorso unitario per una nuova iniziativa politica”. Danilo Bonato, coordinatore dell’ Alleanza per la Transizione Ecologica: “Questa forza verde non solo deve essere di vasta portata, ma intende radicare i valori della transizione ecologica nelle realtà territoriali, nel civismo, anche per combattere l’antipolitica, grazie ad un processo partecipativo e democratico”

Per la prima conferenza nazionale dell’associazione Alleanza per la Transizione Ecologica (ATE), gli organizzatori hanno scelto Milano. Luogo non casuale, tengono a precisare, in quanto la Lombardia viene considerata “capitale della green economy e tra le regioni trainanti in termini di energie provenienti da fonti alternative”. Secondo i dati riportati nel “Rapporto Statistico – Solare Fotovoltaico”,  risulta infatti che due sole Regioni concentrano il 29,8% degli impianti installati sul territorio nazionale: Lombardia e Veneto, rispettivamente con 145.531 e 133.687 unità, mentre il primato nazionale in termini di potenza installata è rilevato in Puglia, con il 13,4% del totale nazionale, seguita dalla Lombardia (11,7%) e dall’Emilia Romagna (10,0%). Nel corso del 2020 sono stati installati nuovi impianti fotovoltaici per 749 MW; le Regioni che hanno fornito i contributi maggiori sono la Lombardia (17,0%), Veneto (11,0%), Puglia (9,8%), Sardegna e Piemonte (9,4%).

DALLA CONFERENZA DELL’ALLEANZA PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA A UNA NUOVA INIZIATIVA POLITICA?

Obiettivo principale della Conferenza Nazionale dell’ Alleanza per la Transizione Ecologica è “avviare un percorso unitario per una nuova iniziativa politica atteso da molti cittadini, in grado di dare vita ad una lista ecologista forte e credibile, all’altezza della nuova sfida di civiltà che caratterizza la nostra epoca e capace di cogliere il potenziale di cambiamento ampio che sta emergendo nella società”.

All’Italia, viene scandito dal palco, serve una “forza ecologista con un respiro culturale europeo non riconducibile alle formazioni politiche tradizionali”, che fondi il “proprio programma su scienza e conoscenza”, che abbia “a cuore il rapporto impresa-ambiente per garantire occupazione e un’economia competitiva”, ma che possegga “anche una forte attenzione alla giustizia e agli aspetti sociali della transizione”.

Alleanza per la Transizione Ecologica

“Questa forza verde non solo deve essere di vasta portata, in grado di produrre novità di rilievo in termini di credibilità delle forze che la sostengono” – ha detto Danilo Bonato, Coordinatore nazionale dell’ Alleanza per la Transizione Ecologica – “ma intende radicare i valori della transizione ecologica nelle realtà territoriali, nel civismo, anche per combattere l’antipolitica, grazie ad un processo partecipativo e democratico”.

Presente anche Edo Ronchi – ex Ministro dell’Ambiente, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e responsabile del programma ATE – che ha sottolineato come la crisi climatica non lasci più molto tempo per ridurre il rischio di eventi catastrofici. Entro il 2030 ci siamo impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990 ma di questo passo sarà difficile riuscirci.  Secondo Ronchi, la politica attuale stenta ad indicare la via da seguire e manca di una visione chiara per il futuro, prigioniera com’è di un modello culturale del XX secolo, basato sulle fonti fossili e su una visione lineare dell’economia.

“Noi Europei” – precisa Bonato – “stiamo toccando con mano quanto non sia scontata la conquista della pace e quanto sia importante affrontare questa crisi con coesione e solidarietà. Ed è per tale motivo che siamo ancora più convinti che occorre puntare sulla transizione ecologica, non toglierla dall’agenda politica, come alcuni vorrebbero fare”.

IL PROGRAMMA DI ATE

Secondo i rappresentanti di ATE, serve dotarsi entro 24 mesi di energia pulita, sicura e a prezzi accessibili, accelerando sulle fonti rinnovabili e investendo su eolico offshore e a terra, fotovoltaico sui tetti, biometano per chiudere il ciclo dei rifiuti organici, accumuli, efficienza degli edifici e dell’industria, sostegno alle comunità energetiche rinnovabili, snellimento delle procedure. Serve anche un piano d’azione per la tutela del capitale naturale e del nostro fragile territorio.

Ma, in particolare, sempre secondo ATE, serve la reale volontà di sostenere i più deboli con iniziative efficaci e strutturali, dando la certezza della casa e del lavoro, con meno sussidi e più opportunità, soprattutto per i giovani, con più formazione, aggiornamento professionale, riconversione delle competenze. Per ATE queste opportunità possono arrivare anche grazie ad un vero sostegno alle nostre 440.000 imprese che investono in innovazione verde e che possono essere leader sui mercati internazionali, con prodotti eccellenti sotto il profilo della qualità e della sostenibilità. L’intento sembra insomma quello di riempire un vuoto che rende differente il nostro panorama politico rispetto a quello europeo: l’assenza di una grande forza ecologista che non si traduca nel solito partito del ‘no’ a tutto.

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