L’avventura di Luigi Sbarra come sottosegretario della Presidenza del Consiglio sembra essere entrata nel vivo. L’ex segretario generale della Cisl sta lavorando alla squadra di nomi da inserire nella nuova struttura istituita appositamente per lui a settembre con un emendamento alla legge sulla Terra dei Fuochi. Ecco che cos’è il Dipartimento per il Sud, com’è organizzato e chi sarà chiamato da Sbarra a farne parte
Il nuovo Dipartimento per il Sud, istituito a settembre con un emendamento al decreto sulla Terra dei Fuochi, è il perimetro affidato dal governo all’ex segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, che ora prova a trovare la quadra per portare nella nuova struttura i suoi fedelissimi.
Con un occhio al futuro: Sbarra porta in dote una vasta rete di contatti nel mondo cattolico e sindacale, oltre a rappresentare un’importante porta d’accesso all’elettorato meridionale. Se la scelta del centrodestra dovesse portare i frutti sperati, per l’ex leader della Cisl si prospetterebbe una possibile candidatura nelle liste di Fratelli d’Italia alle prossime politiche e in prospettiva, un possibile incarico ministeriale, con il dicastero del Lavoro che chiaramente sarebbe la destinazione più naturale.
LA STRUTTURA DEL NUOVO DIPARTIMENTO PER IL SUD
Il Dipartimento per il Sud è nato a settembre tramite un emendamento governativo al decreto sulla Terra dei Fuochi. La norma ha creato una struttura che alcuni descrivono come una sorta di “mini ministero”: sette uffici, circa sessanta dipendenti — metà provenienti dalla presidenza del Consiglio e metà da altre amministrazioni — e un organigramma rafforzato da otto nomine dirigenziali di peso. La procedura di approvazione è stata già contestata dal Quirinale per le modalità ritenute irrituali, alimentando tensioni politiche e istituzionali.
Una sorta di “mini-ministero” che conta attualmente due uffici dirigenziali di livello generale, cinque uffici dirigenziali non generali e circa 60 dipendenti provenienti dalla precedente struttura, con la possibilità di conferire incarichi (capo dipartimento, dirigenti generali e dirigenti degli uffici) anche in deroga alle percentuali di personale dirigenziale previste dalle norme ordinarie.
DI COSA SI OCCUPA IL DIPARTIMENTO PER IL SUD
Il Dipartimento ha funzioni di indirizzo, coordinamento e promozione dell’azione strategica del Governo sulle politiche per il Mezzogiorno: tra i compiti espliciti figurano la promozione e il coordinamento della ZES unica, la creazione e gestione di una Cabina di regia per le politiche meridionali, la partecipazione ai tavoli attuativi dei contratti istituzionali di sviluppo e il coordinamento per la perequazione infrastrutturale.
Sono inoltre previste specifiche responsabilità operative — dal tavolo per l’area di Taranto alla copresidenza della Cabina di regia per Bagnoli-Coroglio — e la facoltà, fino al 31 dicembre 2026, di svolgere ruolo di stazione appaltante ed esercitare poteri sostitutivi per garantire l’attuazione degli interventi PNRR relativi all’infrastrutturazione della ZES.
IL BRACCIO DI FERRO FITTO-SBARRA
Nella maggioranza si sussurra però che fin qui Sbarra non abbia dato una direzione chiara alla nuova struttura, probabilmente anche per le frizioni sulle otto nomine dirigenziali, terreno su cui si è rischiato lo scontro col predecessore Raffaele Fitto, oggi alla vicepresidenza della Commissione Ue.
Stando ad alcune ricostruzioni, Sbarra avrebbe voluto rimuovere l’ex capo della struttura Zes Giosy Romano, nome che nel frattempo figurava stabilmente nel toto-nomi del centrodestra per le regionali in Campania, prima che Cirielli ufficializzasse la sua candidatura. Alla fine Romano è stato confermato, mentre l’altra direzione generale dovrebbe andare a Lorenzo Armentano, già vice capo legislativo di Fitto e dipendente di Palazzo Chigi.
CHI CI SARÀ NEL DIPARTIMENTO PER IL SUD DI LUIGI SBARRA
Per i restanti cinque incarichi, Sbarra avrebbe pronti i nomi di Lorenzo Tomasini, ex coordinatore nazionale della Cisl, e Giuseppe Di Giacomo, capo della sua segreteria di Sbarra.