Il peso di Fdi, l’ostruzionismo di Tosi, i due Fontana e il possibile domino di Montecitorio. Scenari e candidati sulle regionali venete
A differenza della Campania e della Puglia, dove si trova a inseguire, in Veneto il centrodestra ha la vittoria assicurata: si tratta solo, come sottolinea Zaia per far pesare il suo contributo, di conquistare il più largo consenso possibile. Ma sul candidato della coalizione anche qui l’accordo sembra lontano.
CHI CANDIDA CHI
Per prima cosa bisogna decidere chi deve indicare il nome. L’auspicio di Forza Italia è che i Fratelli d’Italia esercitino la propria leadership, forti del risultato delle europee che li vede primo partito nella Regione. Ma la Lega spinge per indicare l’erede di Zaia. Lo stallo si concentra per adesso sull’ipotesi di una civica che porti il nome del Doge, altra scenario che trova forti resistenze tra gli azzurri, ma è facile capire come il punto dirimente sia la determinazione del frontrunner.
DAL CARROCCIO IPOTESI STEFANI, BERTI E LA CARTA FONTANA
Per la Lega i nomi più immediati sono il segretario regionale Alberto Stefani e la vice del Doge Elisa Berti. Ipotesi tiepide, che nasconderebbero un altro asso nella manica: Lorenzo Fontana, attuale presidente della Camera, che sarebbe pronto a traslocare da Montecitorio a Palazzo Balbi. Sul suo conto circola voce però di un certo disappunto di FdI per via della gestione della comunicazione istituzionale sul caso Almasri, che secondo la presidente del Consiglio avrebbe sottovalutato la portata del caso.
SPERANZON E DE CARLO I NOMI DI FDI
Intanto nel partito di Meloni si tiene caldo il vicecapogruppo in Senato Raffaele Speranzon, attivissimo anche in tv in questi giorni, che da tempo fa asse col coordinatore regionale Luca De Carlo per sbarrare la strada alle lista brandizzate Zaia.
TOSI E L’ARROCCO DI FORZA ITALIA
Neanche Forza Italia sembra voler arretrare, tanto più che sul territorio ha un nome forte da spendere per ostacolare il governatore uscente, anche a costo di rimanere fuori dai giochi: è quello dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, che da settimane liquida le proposte di continuità che giungono dalla Lega e la cui candidatura è funzionale al pressing sulla Lega.
UNA CONTROPARTITA PER FDI NEL NORD
Certo è che FdI una grande Regione del Nord dovrà pur prendersela: se non sarà il Veneto, allora toccherà alla Lombardia, attualmente nelle mani dell’altro Fontana leghista.
EFFETTO DOMINO A MONTECITORIO
Qualora invece passasse la candidatura in Veneto del presidente della Camera, bisognerebbe poi riempire la casella vuota a Montecitorio. Puzzle non da poco dal momento che FdI vorrebbe il passaggio di consegne al vice Fabio Rampelli, ma con Ignazio La Russa occupa già il vertice di Palazzo Madama. La compensazione sul piano nazionale pare dunque ostica, e per questo secondo Affari Italiani sarebbe in rampa di lancio per un’eventuale presidenza cambio alla presidenza della Camera il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari, profilo apprezzato anche tra le fila dell’opposizione.