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Chi è Francesco Ferrari, il sindaco di Piombino che dice no al rigassificatore

Francesco ferrari

Francesco Ferrari (FdI) ribadisce la sua contrarietà al rigassificatore, ma la partita vera sull’infrastruttura energetica si gioca in cabina elettorale

Mentre il gas supera quota 320 euro a megawattora alla Borsa di Amsterdam, dove lo scorso anno veniva scambiato a circa 26 euro, l’emergenza energetica diventa uno dei dossier più scottanti con cui deve confrontarsi l’attuale Governo Draghi, in carica per l’ordinaria amministrazione (ma con possibilità di intervento), e il futuro Governo, indipendentemente dallo schieramento e dal colore.

Diverse le opzioni sul tavolo per ridurre la nostra dipendenza energetica, soprattutto dalla Russia. Una su tutte: il rigassificatore a Piombino. Ma c’è che dice no, e tra questi anche il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia. Entro il 29 ottobre  il commissario straordinario Eugenio Giani, Governatore della regione Toscana, dovrà rilasciare, o meno, l’autorizzazione al progetto, ma la partità si giocherà nelle cabine elettorali.

Andiamo per gradi.

Il rigassificatore a Piombino

Il progetto prevede il posizionamento della  nave Golar Tundra, in grado di stoccare fino a 170mila metri cubi di Gnl e una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno. La nave, battente bandiera Marshall Islands, che dovrebbe essere posizionata nel porto di Piombino, è una FSRU, ovvero un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione, che serve a riportare allo stato gassoso il gas liquefatto (GNL) trasportato dalle metaniere.

La posizione di Francesco Ferrari

Posizionamento e grandezza della nave (293 metri di lunghezza e 44 metri di larghezza) preoccupano il sindaco della città deputata ad ospitare l’infrastruttura energetica, Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia.

“Ne ho parlato spesso anche con Meloni. La posizione del partito è chiara: in linea di massima Fdi è favorevole ai rigassificatori, ma la scelta di Piombino è assolutamente sbagliata”, ha ribadito Ferrari a Repubblica, aggiungendo che se il procedimento di valutazione del progetto “sarà corretto si concluderà con l’impossibilità di collocare la nave nel porto di Piombino per motivi di sicurezza, ambientali ed economici”.

Chi è Francesco Ferrari

Francesco Ferrari, classe 1977 è nato a Pisa. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Siena, ha intrapreso la carriera di avvocato. È sposato con  Sara Cheli, anche lei avvocato, ha due figlie.

È stato eletto Sindaco di Piombino nel 2019, con 64,27% delle preferenze ottenute al ballottaggio. È stato, dal 2014, consigliere comunale in quota Forza Italia.

L’apertura (momentanea) di La Russa al rigassificatore

Ma la convinzione di Ferrari contro il rigassificatore non sembra appartenere a tutti i membri di Fratelli d’Italia. Ignazio La Russa, nelle scorse ore, aveva aperto alla possibilità dell’installazione della nave.

“Noi siamo a favore del rigassificatore” a Piombino “perché riteniamo che il problema dell’autonomia energetica sia prioritario. Poi è giusto aiutare la città e faremo di tutto per farlo. Il problema dell’autonomia energetica è vitale. Non si può stare col “sì, ma non nel mio giardino””, aveva detto La Russa intervenendo All’Aria che Tira, aggiungendo anche un: “Glielo dico io al sindaco”.

Ma è sempre La Russa che, più tardi, precisa: “Il governo mal consigliato dal Pd, ha fatto due errori: ha scavalcato l’amministrazione e i cittadini e non ha approfondito le possibili alternative”.

La partita elettorale

Un passo indietro importante, dunque, quello del Senatore, che fa intendere che anche in futuro, e in caso di un possibile Governo, Fratelli d’Italia si schiererebbe per il No. C’è da capire il resto della coalizione di centrodestra cosa farebbe: Lega e Forza Italia, in passato, hanno già dato il loro consenso al rigassificatore.

E favorevole all’installazione dell’infrastruttura a Piombino è anche Andrea Romano, il candidato del Pd nel collegio Livorno – Piombino, che a livello nazionale dovrà vedersela con Sinistra italiana e Verdi, che del rigassificatore non ne vogliono sapere.

Le sorti, dunque, energetiche dell’Italia si decideranno (anche) in cabina elettorale. E non si escludono nuove sorprese.

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