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Chi è Luca Morisi, l’ex ‘bestia’ della Lega ora sotto inchiesta per droga

Luca Morisi

Se la Lega è passata dal 4 al 30% il merito non è solo di Matteo Salvini, ma anche della comunicazione social di Luca Morisi, che non ha eguali nel nostro Paese. E così il Capitano oggi vanta 5 milioni di follower…

È stato senza dubbio l’enfant prodige della Lega. Responsabile, quasi quanto Matteo Salvini, dell’incredibile scalata del partito ‘verde’ dalla notte delle ramazze – la prima che ufficializzava l’uscita di scena di Umberto Bossi, rimasto invischiato in diversi scandali ricollegabili per lo più al cerchio magico del senatur – a oggi. Mentre il nuovo segretario del Carroccio, infaticabile, percorreva il Paese non più solo da Est a Ovest, ma anche da Nord a Sud, lui stringeva in pugno smartphone e password dei social, sempre più dirimenti in campagna elettorale. E ammaliava un numero sempre maggiore di internauti frustrati e insoddisfatti. Luca Morisi, detto la “bestia” (nome ‘in codice’ della macchina da guerra della propaganda online della Lega) è il genietto che ha avuto il compito di trasformare gli slogan delle felpe di Salvini in qualcosa di masticabile sui social: e allora ecco come se piovesse una grandinata di foto, immagini e stories in cui l’amato leader espone il suo corpo, lo nutre di continuo, lo esibisce in spiaggia, lo tiene a stretto contatto coi militanti in tutti quei selfie che venivano puntualmente ripresi dai profili ufficiali.

C’è Morisi, faccia da nerd e capigliatura a scodella da paggio medievale, dietro a quel nomignolo che aiuta a trasformare la Lega da partito del Nord in partito a vocazione nazionale: “capitano”. A Roma c’è solo un capitano. Mentre nella Lega, prima di allora, c’era stato solo un “senatur”, solo che sotto il Po quel termine non significa niente. E c’è sempre Luca Morisi dietro l’idea del ‘Vinci Salvini’, che trasforma le elezioni in curiosi gratta & vinci. Salvini è ovunque, in tv come su Facebook, Instagram e Twitter. È pure il primo politico a sbarcare su TikTok, i social dei teenager, che nemmeno votano ma prima o poi voteranno. E la Lega nel frattempo cresce nei consensi. Anzi, lievita: dal 4 al 30%. Non sono mancati gli inciampi: a un certo punto i social di Salvini iniziarono a bombardare la Nutella per le nocciole turche, ma apriti cielo… Gli insulti dei follower più golosi furono maggiori dei post di approvazione. E allora il segretario leghista tornò a fotografarsi mentre si sbafava interi barattoli.

La strategia di Luca Morisi è tanto semplice e disarmante quanto precisa e chirurgica: dare a ogni platea un messaggio preconfezionato. Chi cerca un leader rassicurante avrà foto di Salvini che stringe gattini, chi invece non ne può più degli extracomunitari sarà raggiunto da video in cui soggetti di colore aggrediscono le forze dell’ordine, glossati da eloquenti didascalie: “a casa!” o “non ne possiamo più!”. Video che diventano virali anche in gruppi Fb e Telegram attenzionati dalla Digos per la presenza di militanti neofascisti. Ma la Lega del corso salviniano, fieramente antifascista con Bossi, strizza l’occhio anche a loro.

Su Twitter, il 48enne laureato in filosofia, con tanto di dottorato, si descrive così: “Digital philosopher. Social-megafono, mi occupo quasi 24×7 della comunicazione per il Capitano. #goSalvinigo”. Una bio non aggiornata, perché il suo addio ai social della Lega è stato ufficializzato lo scorso 24 settembre. Con l’addio di Luca Morisi la bestia leghista viene definitivamente addormentata. Già negli ultimi mesi aveva messo la museruola, “per non dare troppo fastidio al governo di cui fa parte”, ma soprattutto a quella parte della Lega che nel governo lavora e ci crede davvero. Ora che Salvini è stato messo all’angolo dai presidenti delle Regioni del Nord sulla questione Green Pass, la Bestia non serve più. Perciò addio Luca Morisi. Questo, almeno, il motivo ufficiale (al primo, ovvero “motivi personali”, non ha creduto nessuno), ma non è ancora venuto il momento di spoilerare l’epilogo.

Un incontro casuale, il loro, avvenuto nel 2012, nel backstage di Porta a Porta. “Ebbi una specie di innamoramento per lui dovuto alla constatazione della sua enorme capacità di gestire il talk show”, ha raccontato nel saggio ‘Anatomia di un populista’ di Matteo Pucciarelli. Un incontro fortunato, almeno fino a quando la Bestia non è stata pappata da Draghi, che per il quieto vivere del suo esecutivo le ha imposto la museruola. Quindi l’addio al Capitano e la riconsegna delle password. O forse no? Perché la versione dei giornali va aggiornata con l’ultimo atto avvenuto poche ore fa: secondo quanto viene scritto dal Corriere, il suo addio sarebbe infatti legato a un’inchiesta avviata dopo la denuncia dei carabinieri che hanno perquisito la sua cascina a Belfiore, paesino in provincia di Verona, e trovato alcune dosi di droga. Inchiesta partita già in estate e, probabilmente, annusata da via Bellerio, che ha chiesto al social media manager il passo indietro.

“Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo – comunica Luca Morisi -, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”. “Ho rassegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega”, aggiunge, “è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”. La bestia, alla fine, non fa poi così paura.

 

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