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Chi era Eugenio Scalfari. Scomparso il fondatore di Repubblica

Scalfari

È morto, a 98 anni, Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, primo direttore-manager italiano

Ciao Direttore. Repubblica.it saluta così Eugenio Scalfari, scomparso all’età di 98 anni.

Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, Scalfari è stato il primo direttore ad assommare la figura di manager dell’editoria italiana, padre delle testate romane L’Espresso e Repubblica, fondate nel tentativo di dare un nuovo corso al giornalismo (la sua Repubblica, inizialmente, non conteneva le pagine sportive, proprio per sua volontà).

“Tra gli incontri che ne forgiano l’adolescenza – scrive oggi Repubblica –  vi fu quello a Sanremo con Italo Calvino, il compagno di banco al liceo Gian Domenico Cassini insieme al quale costruisce una grammatica del pensiero e delle emozioni: in pubblico ne parlava con l’ammirazione che si deve al grande scrittore, nel privato emergeva la complicità maschile di due amici che scoprivano insieme la vita e la sessualità anche negli aspetti più ruvidi. A dividerli furono le diverse scelte verso il regime. Trasferito a Roma nel 1941, Scalfari aveva attraversato il fascismo come molti della sua generazione, nella divisa grigioverde da balilla moschettiere immerso nel mito della romanità. Quando nel 1943 viene cacciato dal Guf per un articolo scritto su Roma fascista sulla corruzione dei gerarchi, non la prende bene. Ma fu quell’episodio a segnare l’inizio della maturazione antifascista che l’avrebbe portato su sponde ideali molto lontane. Della sua adesione a Mussolini parlava senza reticenze, forse più insistentemente in anni recenti, nel tentativo mai finito di storicizzare un’esperienza che in fondo lo turbava”.

All’inizio degli anni ’50 Scalfari muove i primi passi nel giornalismo con il ‘Mondo’ di Pannunzio e l”Europeo’ di Arrigo Benedetti. Ed è proprio con quest’ultimo che nel ’55 fonda ‘L’Espresso’, primo settimanale italiano d’inchiesta. Sotto la sua direzione la storica inchiesta sulprogetto golpista del Sifar, il servizio segreto militare allora dominato dal generale Giovanni De Lorenzo. Denunciato per diffamazione, sarà condannato in primo grado ma assolto nei successivi gradi di giudizio.

Pochi anni più tardi, nel ’62, Benedetti gli lascia il timone e Scalfari diventa il primo direttore-manager italiano, figura all’epoca assolutamente inedita per l’Italia, doppio ruolo che conserverà anche in Repubblica, fondata nel 1976. Nel 1968 è eletto deputato per il Partito socialista italiano. Lascia la direzione di Repubblica nel 1996 e pochi mesi dopo viene nominato Cavaliere di Gran Croce dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Continuerà a collaborare con il gruppo editoriale, pubblicando lunghi editoriali sull’edizione domenicale.

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