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Terzo Polo

Chi fa parte del nuovo ‘Terzo Polo’

Nasce un nuovo soggetto politico al centro (l’ennesimo tentativo), il Partito Liberal Democratico

Era nell’aria ed è arrivato. Nel panorama politico italiano nasce un nuovo “Terzo Polo”, con l’obiettivo dichiarato di spezzare le “catene del bipolarismo”. A guidare l’iniziativa sono quattro associazioni liberal-democratiche che hanno deciso di unirsi per dare vita al Partito Liberal Democratico. I promotori principali sono Luigi Marattin, ex Italia Viva e leader di Orizzonti Liberali, Andrea Marcucci, ex PD, Roberto Bellia, presidente di Nos, e Piero Ruggi, presidente di Liberalforum. Il progetto ha già un’agenda serrata: avvio immediato del tesseramento e congresso entro giugno.

Il nuovo soggetto politico è stato presentato a Roma, con un simbolo che richiama l’Europa nei colori bianco, blu e giallo. Il logo presenta quattro ali, a rappresentare le quattro associazioni fondatrici che guardano al futuro del centro politico italiano.

Marattin ha spiegato che i liberal-democratici “non hanno nulla da perdere tranne le catene di un bipolarismo senza futuro e pericoloso”. Secondo lui, se non si interviene ora, alle prossime elezioni politiche ci si troverà con una coalizione vincente la cui seconda forza sarà “alleata con il nemico”. Per Marattin e Marcucci, la spinta a lasciare i rispettivi partiti è stata proprio la difficoltà di accettare certe alleanze, come quella tra il PD e il M5S. Tuttavia, entrambi ammettono che il percorso non sarà semplice: la legge elettorale scoraggia la nascita di nuove formazioni e storicamente il mondo liberale ha sempre faticato a trovare un equilibrio interno.

IL PROBLEMA DELLE DIVISIONI INTERNE

L’instabilità delle leadership nel campo liberal-democratico è un nodo cruciale. Lo streamer Ivan Grieco, ospite dell’evento di lancio, ha sottolineato come i precedenti tentativi di costruire un’area centrista siano falliti anche per i conflitti tra i leader: “L’ho detto anche a Oscar Giannino: quelli che ci hanno provato, come Renzi e Calenda, non si sopportavano tra loro”. Secondo Grieco, è essenziale che le ambizioni personali lascino spazio al bene comune, anche perché “la base dei vari partiti la pensa allo stesso modo”.

Un’altra iniziativa simile, il Movimento Drin Drin di Michele Boldrin e Alberto Forchielli, si muove nella stessa direzione e punta a costituire un partito entro giugno 2025. Il Partito Liberal Democratico ha giocato di anticipo.

UN ELETTORALE POTENZIALE TRA IL 10 E IL 20%

Il politologo Massimiliano Panarari ha evidenziato che un’area liberal-democratica potrebbe intercettare una fascia di elettorato molto corposa, “più vicina al 10 che al 20”. Il percorso, però, è molto accidentato. La legge elettorale rappresenta un ostacolo che va superato. C’è però un fattore che spinge a tentare: secondo Bellia, “la storia si è palesata nell’ultimo mese” e richiede una risposta politica. L’obiettivo del nuovo Terzo Polo non è solo affrontare l’attuale contesto, ma ragionare sui prossimi dieci anni.

Piero Ruggi ha ribadito che il nuovo soggetto politico difenderà valori come lo Stato democratico e lo Stato di diritto, mettendo in discussione la tradizionale divisione tra destra e sinistra. “Siamo sicuri che la dicotomia sia ancora valida, o piuttosto la vera frattura è tra chi difende questi principi e chi no?” ha chiesto Bellia. Per il neonato Partito Liberal Democratico, questi valori “non sono negoziabili”.

I nodi, le incognite e gli interrogativi sono tanti. Rimane da vedere se il nuovo Terzo Polo riuscirà a superare le storiche difficoltà dei progetti centristi o se finirà per frammentarsi come i suoi predecessori.

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