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Chi sono gli italiani candidati (possibili) alla presidenza del Consiglio Europeo

consiglio europeo
Da Renzi a Draghi, è già ricca di nomi la corsa dei candidati italiani alla Presidenza del Consiglio europeo. Un dibattito che oggi è solo a uso e consumo interno

Presidente del Consiglio europeo cercasi. Mancano nove mesi alle elezioni europee e circa un anno, considerando i consueti tempi post voto, all’indicazione delle prossime cariche istituzionali dell’Ue, eppure in Italia c’è già l’autocandidato (Renzi), il candidato immaginario (Tajani), il candidato per conto terzi (Gentiloni) e il candidato a sua insaputa (Draghi). Nel giro di pochi giorni sono emerse, dal dibattito politico e dalle pagine dei giornali, quattro candidature italiane per l’incarico di presidente del Consiglio europeo.
Il 6 settembre il Foglio riporta un virgolettato di Matteo Renzi: “Se c’è la possibilità di diventare presidente del Consiglio europeo, perché non provarci?”. L’8 settembre, sempre sul Foglio leggiamo un altro virgolettato attribuito questa volta a fonti di Forza Italia: “Gentiloni vuole sfidare Tajani nella corsa a presidente del Consiglio europeo”. Fino all’endorsement di Carlo Calenda verso l’ex premier Mario Draghi, nome estremamente inflazionato nelle ultime ore dopo l’incarico affidatogli dalla presidente della commissione Ue von der Leyen.
Premesso che ciascuna  delle persone indicate avrebbe ovviamente tutte le carte in regola per ricoprire quel ruolo, stiamo parlando infatti di tre ex presidenti di Consiglio e di un ex presidente del Parlamento europeo, per non citare tutte le altre cariche ricoperte da ciascuno di loro. Chiaramente, però, si tratta più che altro (al momento) di dinamiche e nomi dati in pasto a uso e consumo interno, oltretutto senza fare i conti con l’oste, ovvero con il voto. Guarda caso queste sortite provengono tutte dallo stessa area di gioco, il centro.
È proprio lì infatti che assisteremo nei prossimi mesi alla competizione più aspra in vista del voto. L’occasione però è buona per fare il punto sul ruolo e le competenze del Presidente del Consiglio europeo.

CHI È L’ATTUALE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO

Il presidente del Consiglio europeo oggi è il belga Charles Michel, ex primo ministro, del gruppo Renew Europe. Ha iniziato il suo primo mandato il 1 dicembre 2019 ed è stato rieletto per un secondo mandato di due anni e mezzo il 24 marzo 2022. È in scadenza e non potrà essere rinominato.
Di norma l’elezione delle tre cariche istituzionali più importanti dell’Ue avviene in una logica di pacchetto. Ad oggi, come equilibri politici, l’ipotesi più accreditata è quella di una riconferma della maggioranza ‘Ursula’. Se la presidenza della Commissione e quella del Parlamento europeo andranno, come è immaginabile, a Ppe e al gruppo dei socialisti, allora molto probabilmente l’eventuale successore di Michel potrebbe essere di nuovo un esponente o dei centristi e liberali di Renew Europe (il gruppo di Macron e di Renzi). Da qui deriva la sortita del leader di Italia Viva, alquanto velleitaria.
Anche l’ipotesi di Tajani, allo stato attuale, è remota perché se va rafforzandosi la candidatura di von der Leyen (Ppe) alla Commissione, è chiaro che non possono esserci due popolari ai vertici delle massime istituzioni europee. Per quanto riguarda Mario Draghi, diversi osservatori fanno notare che in quella posizione oscurerebbe qualsiasi presidente di Commissione e oltretutto non sembra rientrare nelle sue corde l’essere risucchiato in una contesa così politica.

DA CHI È COMPOSTO IL CONSIGLIO EUROPEO? 

Vi siedono i capi di Stato o di governo di tutti i paesi dell’UE. Questo significa che dovrà essere votato anche da Giorgia Meloni (dando per scontato che ci sia ancora lei a Palazzo Chigi tra un anno). Vedere l’attuale premier votare a favore di Renzi varrebbe da solo il prezzo della legislatura.

NOMINA E RUOLO DEL PRESIDENTE 

Il presidente del Consiglio europeo è eletto dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata. È eletto per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. E non può esercitare contemporaneamente un mandato nazionale.
La prassi vuole che sia eletto un ex premier. Negli anni passati hanno ricoperto quel ruolo il polacco Donald Tusk e un altro belga, Herman van Rompuy. Prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (2009), il Consiglio europeo era presieduto dal capo di stato o di governo dello stato membro che deteneva la presidenza del Consiglio dell’Unione europea.
Il ruolo del presidente è definito all’articolo 15 del trattato sull’Unione europea (TUE). In particolare, sono attribuite al presidente del Consiglio europeo le seguenti responsabilità:
– presiedere le riunioni e animare i lavori del Consiglio europeo;
– assicurare la preparazione delle riunioni e la continuità dei lavori del Consiglio europeo, in cooperazione con il presidente della Commissione e in base ai lavori della formazione “Affari generali” del Consiglio;
– adoperarsi per facilitare la coesione e il consenso in seno al Consiglio europeo
presentare al Parlamento europeo una relazione dopo ciascuna delle riunioni del Consiglio europeo.
Il presidente del Consiglio europeo assicura inoltre la rappresentanza esterna dell’UE a livello di capi di Stato o di governo:
– per le materie relative alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell’UE, insieme all’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che contribuisce a mettere in atto la PESC e ad assicurarne l’unità, la coerenza e l’efficacia;
– nei vertici internazionali, di norma con il presidente della Commissione europea
Secondo la prassi abituale, la presidenza di turno è responsabile del coordinamento del processo elettorale. Il presidente non può esercitare contemporaneamente un mandato nazionale. E anche questa, alla fine, potrebbe rivelarsi una variabile dirimente.
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