Skip to content

Chi sono i componenti del comitato tecnico del Piano Mattei

Piano Mattei

I programmi,  gli obiettivi e i nomi del Piano Mattei che vuole rilanciare il nostro paese come punto di riferimento dell’area del Nordafrica 

Il Piano Mattei è senza dubbio una delle iniziative che caratterizzano maggiormente l’azione del governo Meloni. La premier sin dai primi mesi del mandato ha iniziato a evocare questo nuovo modello di cooperazione e sviluppo con le Nazioni africane. Il Piano è articolato su sei direttrici di intervento, che sono istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua, energia e infrastrutture, e sta trovando la sua prima realizzazione con diversi progetti pilota che partono da nove Nazioni: Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Tunisia. Il governo sta investendo e scommettendo molto sul Piano Mattei, tanto da essere “uno dei tre pilastri della strategia del G7 per l’Africa” aveva spiegato la presidente del Consiglio.

LA CABINA DI REGIA

Lo scorso marzo venne approvato un Dpcm che prevedeva nuovi rappresentanti chiamati a integrare la Cabina di regia deputata alla gestione del dossier intitolato al fondatore di Eni.
La Cabina di regia è presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri e ne fanno parte il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e altri ministri, il presidente della Conferenza delle Regioni, il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, i presidenti dell’Ice-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Cassa depositi e prestiti e la società Sace.

IL COMITATO SCIENTIFICO DEL PIANO MATTEI, DA CHI E’ PRESIDUTO E COMPOSTO

Nei giorni scorsi invece il Alfredo Mantovano ha il dpcm che istituisce il comitato tecnico per il Piano Mattei definendone la composizione e le funzioni, come previsto dal dl Infrastrutture, Sono sette i membri del comitato, di cui quattro rappresentati della presidenza del Consiglio dei ministri.

Si tratta di: Fabrizio Saggio che assumerà le funzioni di presidente del comitato, Lorenzo Ortona, Simonetta Saporito e Angelandrea Falcone. A questi aggiungono: Alessandro Guerri (quale rappresentante del Mase), Riccardo Ercoli (in rappresentanza del Mef) e Massimo Riccardo (in rappresentanza del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale).

FUNZIONI DEL COMITATO TECNICO

“Il Comitato tecnico opera presso la presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito della Struttura di missione del Piano Mattei”, si legge nel dpcm composto da soli due articoli. All’articolo 1 si precisa che “ai componenti del comitato tecnico non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spesa o altri emolumenti comunque denominati”. All’articolo 2, invece, vengono definite le funzioni stabilendo che il Comitato tecnico ha il “compito di deliberare, previa verifica della coerenza degli interventi con le finalità e i settori la procedibilità degli interventi approvati da Cassa depositi e prestiti S.p.A”. Inoltre, il comitato tecnico svolge anche le “funzioni del comitato di indirizzo e del comitato direttivo ai fini della definizione dell’orientamento strategico e delle priorità d’investimento delle risorse del Fondo italiano per li clima”.

LE CRITICHE DEL PD AL PIANO MATTEI

Anche il Piano Mattei non è esente dalle immancabili critiche delle opposizioni. Per il Pd “risponde a logiche di retorica e propaganda interna, non ha il respiro che dovrebbe guidare l’Europa e l’Italia in un rapporto positivo e costruttivo col continente africano”.

Fra le critiche: la mancanza di fondi e di strategia: “E’ un misto tra Wikipedia e buoni sentimenti”, ha detto il deputato Pd Enzo Amendola. “Quello che abbiamo discusso in Commissione Esteri rappresenta un caso di pubblicità ingannevole e di usurpazione di titolo, non è nello spirito di Mattei – ha spiegato il deputato e responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano – Mancano risorse e manca un coinvolgimento dell’Europa. Dal profilo della governance traspare la bulimia di controllo che caratterizza il governo, con un accentramento dei fondi a palazzo Chigi, senza però la capacità di gestirli. Rientrano nel piano investimenti che si sarebbero fatti comunque, anche senza questa cornice”.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su