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Obiettivi, strategie e roadmap del governo sull’Intelligenza artificiale

Ddl Ia

Domani al via la commissione voluta dal sottosegretario Butti sull’Intelligenza artificiale. Chi sono gli esperti che ne fanno parte e quale è la strategia del governo anche in vista del G7 in Italia

Sull’Intelligenza artificiale il governo (per fortuna) sembra voler fare sul serio. I propositi ci sono. Giovedì si insedia il comitato voluto dal sottosegretario Alessio Butti, che ha la delega all’Innovazione e alla Trasformazione digitale.

CHI SONO GLI ESPERTI DEL COMITATO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Sono 13 gli esperti che ne fanno parte. Il coordinatore è Gianluigi Greco (professore di informatica all’Università della Calabria e presidente dell’associazione italiana per l’intelligenza artificiale), poi Viviana Acquaviva, Paolo Benanti, Guido Boella, Marco Camisani Calzolari, Virginio Cantoni, Maria Chiara Carrozza, Rita Cucchiara, Agostino La Bella, Silvestro Micera, Giuliano Noci, Edoardo Carlo Raffiotta, Ranieri Razzante.

ROADMAP E OBIETTIVI

Il Comitato opererà fino al 31 gennaio 2024 e sarà affiancato da una segreteria tecnica costituita presso l’Agenzia per l’Italia digitale. Si occuperà dell’aggiornamento delle strategie sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Entro la fine del mandato, infatti, dovrà produrre un documento strategico da sottoporre a Palazzo Chigi. Il Comitato lavorerà anche in vista degli Stati Generali dell’IA italiana a cui ha fatto cenno Butti nei giorni scorsi.

LE POLEMICHE SULLA COMMISSIONE AMATO

Sembrano rientrate nel frattempo le polemiche dei giorni scorsi sorte intorno alla decisione del sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all’Editoria, Alberto Barachini, di nominare Giuliano Amato a capo di una commissione di esperti per esaminare gli effetti dell’intelligenza artificiale nell’editoria, da non confondere dunque con il comitato predisposto dal sottosegretario Butti che sovrintende e ha competenza generale sul tema.

L’impegno della commissione Amato, che si è già riunita più volte, è quello di approdare entro tre mesi a una prima relazione sulle ricadute dell’intelligenza artificiale nell’ambito editoriale, da inviare al premier e al Comitato sull’IA. Sembra chiaro comunque che bisognerà trovare forme di coordinamento tra i due organismi.

GLI OBIETTIVI DEL G7 IN ITALIA E DEL GOVERNO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il G7 a guida italiana che parte da gennaio 2024, accenderà “un grande faro di attenzione e di azioni centrate sul futuro dell’Intelligenza Artificiale”. Questa è l’intenzione non solo di Butti ma di tutto il governo, con riferimento anche all’accordo raggiunto dai leader del G7 sui principi guida internazionali sull’Intelligenza artificiale e su un codice di condotta volontario per gli sviluppatori di IA nell’ambito del processo Hiroshima AI.

Contemporaneamente al confronto a livello globale, il governo italiano sta pensando anche a “una sorta di chiamata generale per gli Stati Generali dell’IA italiana, che definiremo a breve”, ha spiegato nei giorni scorsi Butti, per aggregare imprese, università e PA.

LEGGE QUADRO E UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE A ROMA

A inizio novembre la presidente Meloni è intervenuta (unico capo di governo) all’AI Safety summit a Londra, prima grande conferenza mondiale sul tema a cui ha partecipato anche Elon Musk. Il governo studia una legge-quadro per regolare il settore. “Serve un quadro normativo adeguato in cui innovazione e regolazione vadano di pari passo”, ha detto nell’occasione la premier, annunciando una conferenza internazionale a Roma nel 2024 focalizzata sugli impatti per l’occupazione: “Vogliamo una tecnologia che garantisca inclusione e uguaglianza”.
Annunci che, tra Stati generali italiani e Conferenza internazionale, nelle prossime settimane dovrebbero essere più chiari.

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