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Chiusure domenicali, Dara a PolicyMaker: dobbiamo approfondire, non azzerare tutto
Il relatore del ddl in commissione alla Camera Andrea Dara: nuove audizioni perché tema delle chiusure domenicali impatta su vita delle persone. Associazioni di categoria presentino anche proposte per e-commerce
Andrea Dara non ci sta: “Non è tutto da rifare come ha scritto Repubblica.it, seguita poi dagli altri giornali”. Il deputato leghista, relatore in commissione Attività produttive alla Camera del disegno di legge sulle chiusure domenicali, dice la sua sulle ultime novità relative al provvedimento che punta a cambiare la normativa sul tema dopo la liberalizzazione del 2011 voluta dal governo Monti. “Mercoledì – spiega – si è discusso del testo unificato che ho presentato a tutti i componenti della commissione il 31 gennaio. Un testo uscito dalla sintesi delle proposte arrivate e delle audizioni fatte in quattro-cinque mesi. Pd e Forza Italia, soprattutto quest’ultima, hanno riconosciuto la volontà di aver modificato in senso migliorativo il testo presentato inizialmente da Lega e Cinque Stelle – prosegue Dara – ma hanno anche chiesto di poter audire nuovamente le associazioni di categoria che avevano definito non soddisfacenti le proposte presentate in commissione”.
NECESSITÀ DI ASCOLTARE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Del resto, siccome si tratta di “regolamentare un tema importante che provocherà un cambiamento nelle abitudini degli italiani, così come è accaduto dal 2011, mi sembra corretto ascoltare ancora le associazioni di categoria per trovare una soluzione di buonsenso. E aggiungo: visto che la grande distribuzione ci accusa che stiamo facendo un piacere all’e-commerce, ben venga che nelle prossime audizioni vengano portate proposte ad hoc. Siamo assolutamente aperti ai cambiamenti, il testo che ho presentato non è la Bibbia ma bisogna vedere da quale punto di vista si giudica”.
LE DEROGHE PREVISTE
Dara ricorda che la proposta iniziale della Lega prevedeva otto aperture l’anno con deroga alle Regioni con città d’arte e che invece nel nuovo testo si parla di 26 aperture domenicali con deroga alle Regioni per quattro festività e con la possibilità per i centri balneari o i centri con turismo invernale di scegliere l’alta stagione per tenere i negozi aperti di domenica. Prevista poi una deroga totale per i centri storici e per gli esercizi di vicinato.
LA SEGNALAZIONE DELL’ANCI
Il parlamentare del Carroccio evidenzia un altro aspetto. “Dobbiamo pure tener conto ad esempio della segnalazione dell’Anci: i sindaci lamentano che nei centri storici gli esercizi sono spariti e così si è creato un problema sociale. Ci sono Comuni in cui si sono dovuti organizzare dei pulmini per portare gli anziani a fare la spesa nei centri commerciali. Capisco le recriminazioni dei sindaci delle grandi città ma in Italia ci sono anche i piccoli centri e dobbiamo occuparci pure di quelli”.
CHIUSURE DOMENICALI, IMPATTO SULLO STILE DI VITA DEGLI ITALIANI
Insomma, “prendiamoci il tempo che serve perché è un tema non di poco conto che andrà a impattare sullo stile di vita degli italiani. Del resto, è da cinque anni che si tenta di rimettere mano alla questione, ci provò Benamati del Pd e il provvedimento si fermò alla Camera”. Intanto, Dara dà appuntamento alla prossima settimana: “Lavoreremo al calendario chiedendo alle forze politiche quali associazioni di categoria vogliano audire. Meglio proseguire, non sono certo uno-due mesi che cambiano le cose”.