Dopo Furlan, Fumarola è la seconda donna a guidare la Cisl. Per Sbarra in vista anche un futuro politico in orbita meloniana
Con l’elezione da parte del Consiglio generale, Daniela Fumarola diventa la nuova segretaria generale della Cisl, ereditando il testimone da Luigi Sbarra. La premier Giorgia Meloni, con la sua partecipazione e il suo intervento all’assemblea nazionale del sindacato, benedice il nuovo corso. Ma, soprattutto, ‘ipoteca’ il futuro di Sbarra, un “interlocutore senza pregiudizi, cui interessa il bene dei lavoratori e non quello di una parte politica”, strappando “la Cisl a Tajani”, come scrive il Foglio e preparando così “il suo Terzo polo”.
IL PROFILO DI DANIELA FUMAROLA
Nata a Taranto nel 1966, Fumarola ha costruito la sua carriera sindacale partendo dalla federazione agricola Fisba, poi confluita nella Fai, per arrivare ai vertici nazionali della Cisl. È la seconda donna alla guida del sindacato, dopo Annamaria Furlan.
La sua esperienza è stata caratterizzata da un forte impegno per i lavoratori, con battaglie significative sull’emersione del lavoro irregolare, la riqualificazione ambientale dell’ex Ilva e la tutela della maternità e dell’occupazione stabile.
Nel 2009 è stata eletta segretaria generale della Cisl di Taranto, poi divenuta Taranto-Brindisi, e nel 2016 ha assunto la carica di segretaria generale della Cisl Puglia. Nel 2020 il congresso l’ha eletta nella segreteria confederale. Tra gli incarichi nazionali, ha guidato il coordinamento Donne e, nel 2022, è stata reggente della Federazione nazionale pensionati per circa un anno.
Da dicembre 2023 ha ricoperto il ruolo di segretaria generale aggiunta, affiancando Sbarra e mantenendo la delega del Dipartimento organizzativo. Daniela Fumarola non solo rappresenta un punto di riferimento per il sindacato, ma è anche la seconda donna a guidare la Cisl dopo Annamaria Furlan, oggi parlamentare del Pd. La sua formazione accademica in scienze sociologiche presso l’Università Cattolica di Milano si unisce alla sua esperienza sul campo.
L’EREDITÀ DI SBARRA E LA LEGGE SULLA PARTECIPAZIONE
Luigi Sbarra lascia la guida della Cisl con un risultato che sta per vedere il traguardo e che considera storico: la legge sulla partecipazione, un tema che il sindacato ha portato avanti con determinazione raccogliendo 400mila firme. La normativa, che punta a coinvolgere maggiormente i lavoratori nella gestione e negli utili delle imprese, rappresenterebbe il culmine della sua leadership.
Durante la sua ultima assemblea, Sbarra ha ribadito la differenza tra la Cisl e altri sindacati, come la Cgil, definita “antagonista” per le sue posizioni più radicali. La sintonia con il governo Meloni è apparsa evidente, con la premier che ha elogiato il contributo della Cisl nel superare la “tossica divisione” tra impresa e lavoro.
IL FUTURO DI SBARRA, TRA FONDAZIONE FRANCO MARINI…
Dopo aver lasciato la segreteria per raggiunti limiti di età, Sbarra non si allontanerà completamente dal mondo sindacale. Il suo prossimo progetto è la creazione di una Fondazione Cisl dedicata a Franco Marini, storico leader del sindacato e figura di riferimento per il mondo del lavoro.
..E LA POLITICA ‘IN QUOTA MELONI’
Il percorso di Sbarra potrebbe anche avere sviluppi politici: il suo nome è stato accostato all’area centrista del governo, con alcuni che vedono in lui un possibile futuro ministro del Lavoro o un punto di riferimento per rafforzare il centrodestra.
Scrive Carmelo Caruso sul Foglio: “Sbarra che, raccontano gli alleati, ‘vuole indicare ministro del Lavoro, farne il suo Franco Marini’, leader del centro, del centrodestra”. In considerazione anche dei numeri, dei quattro milioni e duecentomila iscritti della Cisl che “Meloni vuole far cantare pure loro a San Meloni, il festival del suo consenso, regalarsi un Terzo polo come anello”. Ma “c’è qualcosa di più della cortesia di Meloni a Sbarra, che ora va a presiedere la Fondazione Marini. C’è in questa visita di Meloni – annota sempre Caruso – il piano, lo raccontano in Lega e Forza Italia, di irrobustire il centro di Maurizio Lupi anche grazie a Sbarra, questo nonno che piace all’Italia che fatica e risparmia, e che il Pd, clamoroso errore, si è lasciato portar via”.