Stop ai quiz e al numero chiuso: la riforma per l’ingresso ai corsi di laurea magistrale in medicina si avvia a diventare legge
A partire dal prossimo anno accademico l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria cambierà radicalmente. Con la riforma, in via di approvazione definitiva da parte della Camera, viene abolito il tradizionale test d’ingresso a crocette e il sistema del numero chiuso così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Tuttavia, il numero programmato rimane: la selezione degli studenti avverrà alla fine del primo semestre di studi, sulla base dei risultati ottenuti in una serie di esami.
Finalità e principi generali
Ai fini del potenziamento del Servizio sanitario nazionale – recita l’art.1 del disegno di legge – “in termini di numero di medici chirurghi, odontoiatri e medici veterinari da stabilire sulla base delle esigenze del SSN medesimo nonché della qualità della loro formazione, in coerenza con gli investimenti previsti della Missione 6 – Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la presente legge è volta alla revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, in attuazione dell’articolo 32 e nel rispetto dei princìpi di cui agli articoli 3 e 34 della Costituzione e dell’autonomia delle università”.
Come funzionerà il nuovo sistema di selezione
Gli studenti potranno immatricolarsi liberamente al primo anno, senza dover superare alcuna prova preliminare. Alla fine del primo semestre, però, verrà stilata una graduatoria nazionale in base ai voti ottenuti. Solo chi raggiungerà un punteggio sufficiente potrà proseguire gli studi dal secondo anno in poi. Coloro che non rientreranno nei posti disponibili potranno continuare il percorso accademico scegliendo un altro corso di area scientifica, senza perdere l’anno, e vedranno riconosciuti eventuali esami compatibili.
Per rendere operativa la riforma saranno necessari decreti attuativi, che il Ministero dell’Università promette di emanare in tempi brevi. Nello specifico: Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, in attuazione degli articoli 32 e 34 della Costituzione e nel rispetto dell’autonomia delle università”. La nuova norma si applica esclusivamente agli atenei pubblici, mentre le università private continueranno a gestire autonomamente i test di ammissione per il prossimo anno accademico.
Reazioni politiche e istituzionali
La riforma ha suscitato reazioni contrastanti. La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha definito il provvedimento una “rivoluzione”, sottolineando che nei prossimi anni si formeranno almeno 30.000 nuovi medici in più. Il Partito Democratico, invece, critica aspramente il cambiamento, giudicandolo “un pasticcio inattuabile a breve”, in quanto la programmazione universitaria non può essere modificata in pochi mesi. Anche la federazione Cimo-Fesmed esprime perplessità, evidenziando che il numero chiuso non viene realmente eliminato, ma solo posticipato di qualche mese.