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Come funzioneranno le Agorà Democratiche PD? Intervista a Nicola Oddati

Agorà Democratiche

Il coordinatore delle Agorà Dem: “Grande esercizio collettivo e di democrazia partecipata. Abbiamo l’ambizione di far nascere tante idee per rilanciare il Paese e rendere più forte il Partito”

Nel prossimo mese di settembre prenderanno il via le Agorà promosse dal Partito Democratico. Sullo sfondo, il voto nelle grandi città atteso probabilmente per il prossimo tre ottobre (la decisione sull’election day verrà presa ad ore dal Consiglio dei Ministri) ma anche, la nascita di Rete Prossima, il risiko delle alleanze, il giudizio sul Governo Draghi e l’attenzione ai temi sociali. Ne abbiamo parlato con Nicola Oddati, coordinatore delle Agorà Democratiche e membro della direzione nazionale del Partito Democratico.

Nicola Oddati, le pre Agorà, così come le consultazioni dei circoli PD lanciata da Enrico Letta sono stato un successo. A Settembre cosa dobbiamo aspettarci?

“Tutto nasce dalla sfida lanciata del segretario Letta a tutto il Partito. La risposta che è giunta dalle consultazioni dei circoli è stata incoraggiante, di qualità, e ha tracciato quella strada che come Pd dobbiamo abbiamo il dovere di seguire. Europa, giovani, lavoro. E poi qualità della democrazia, le forme nelle quali si organizzano i partiti e la politica e la nostra identità, di democratici e progressisti, nel tempo che stiamo vivendo. Tutti temi che saranno anche al centro delle prossime Agorà”.

Oddati, cosa vogliono essere le Agorà Democratiche.

“Le Agorà sono un grande esercizio collettivo e di democrazia partecipata. Dalle Agorà abbiamo l’ambizione di far nascere tante idee per rilanciare il Paese e rendere più forte il Partito. Un Pd che punti ad essere sempre più aperto, forte, prossimo. Sicuramente delle tante proposte che arriveranno dalle Agorà, alcune diventeranno proposte di legge, altre programma di governo. Abbiamo impostato tutto il lavoro intorno a tre parole: generosità, coraggio e potere. Generosità per la grande partecipazione e impegno che sarà richiesta. Coraggio perché riteniamo che la politica debba cambiare e allo stesso tempo debba migliorare anche la qualità della politica. Potere, perché le Agorà avranno il potere di dirci come aprire il Partito, ci aiuteranno a programmare insieme e daranno la spinta a nuove iniziative”.

Ecco, per fare ciò, di cosa c’è bisogno?

“C’è bisogno di scelte coraggiose e di idee. Le Agorà, serviranno a questo: a radicarci ancora di più nei territori, ad aprirci all’ascolto e all’incontro delle persone, a compiere un esercizio di potere reale. Vogliamo costruire una grande forza popolare e democratica attraverso il più grande esperimento di politica partecipata in Italia”.

A proposito di idee e coraggio, Rete Prossima ne ha?

“Prossima ha tante idee ed una buona dose di coraggio. Parliamo di una rete di persone, di esperienze, associazioni, che vogliono condividere un’idea di politica e soprattutto pensano che, attraverso la politica, si possano cambiare le cose. Ecco, Prossima vuole essere quella spinta capace di innescare il cambiamento e il rinnovamento e vuole contribuire a ripensare il campo della sinistra democratica e progressista, mai con uno spirito di contrapposizione, ma di dialogo”.

Più volte lei si è dimostrato critico rispetto allo sblocco dei licenziamenti.

“A dirla tutta, ero contrario e sono contrario. Non era questo il momento, dopo un anno e mezzo di chiusure, di lasciare centinaia e centinaia di lavoratori in mezzo ad una strada. Credo che questo sia stato un errore grave del Governo. Rischiamo una vera e propria macelleria sociale. Quello dei licenziamenti di massa è un morbo che rischia di diffondersi in tutto il Paese. Prima di rimuovere il blocco andavano messe sul piatto delle riforme serie e concrete. Riforme alle quali , tra l’altro, il ministro Orlando sta lavorando”.

Come giudica il lavoro del ministro Orlando?

“Andrea Orlando sta lavorando bene. Le lavoratrici ed i lavoratori di questo Paese hanno bisogno di avere una rete adeguata di sicurezza indipendentemente dallo status contrattuale. Per questo tutto il Pd avrebbe dovuto sostenere l’esigenza di prolungare il blocco anche fino all’autunno. Questo ci avrebbe consentito l’avvio della ripresa e passi in avanti sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Ora non dobbiamo perdere tempo, occorre rimettere al centro il lavoro, occorre una riforma complessiva ed organica sia degli ammortizzatori sociali che delle misure organiche di politica economica e il lavoro del ministro sta andando nella direzione giusta”.

Cosa intende per garanzia e protezione sociale?

“Guardi, sarò franco. I diritti vanno garantiti a tutti. La pandemia ha messo a nudo le fragilità del sistema di protezione sociale e polverizzato interi settori. Se vogliamo davvero difendere il lavoro ed i lavoratori bisogna guardare ai mutamenti profondi che stanno attraversando i processi produttivi. Ci troviamo davanti ad una complessità enorme che è difficile da tradurre in tutele se non si ha il coraggio di andare a toccare le contraddizioni ed i nervi scoperti del sistema. Ridefinire la mappa dei diritti e delle tutele è dunque vitale. La riduzione dell’orario di lavoro, la redistribuzione verso i giovani e verso le donne sono temi imprescindibili così come lo sono le misure di integrazione e sostegno al reddito di natura universalistica. Trovo demenziale la guerra contro il reddito di cittadinanza. È stato ed è uno strumento utile e caso mai va rafforzato e migliorato. Così come è necessario tutelare i lavori non tradizionali anche con l’introduzione in Italia di un salario minimo legale. Questo è compito nostro, del Pd e della sinistra. Questa è la strada da seguire se vogliamo che l’Italia e l’Europa crescano”.

Probabilmente si andrà al voto nel primo weekend di ottobre. Uno dei temi caldi è stato proprio quello delle alleanze, basti pensare a Roma.

“Il voto amministrativo è importante innanzitutto per le città. Mettiamo in campo una classe dirigente di primissimo livello con Manfredi, Gualtieri, Lepore e Lo Russo. Anche in Calabria alla fine si è trovata una soluzione di alto profilo con Amalia Bruni, come d’altra parte lo sarebbe stato anche con Nicola Irto. Siamo dunque attrezzati per la sfida. Da qualche parte in coalizione larga, da qualche altra parte anche con divisioni nel campo progressista. Così come importante è la candidatura di letta nel collegio di Siena. Ora dobbiamo lavorare tutti per vincere. Poi dopo si rifletterà del passaggio delicato del Quirinale e di come prepararci per le politiche del 2023. È chiaro che non si può lasciare l’Italia nelle mani di questa destra che ogni giorno dimostra di essere demagogica e inaffidabile”.

Come valuta Oddati l’operato del Governo Draghi?

“Noi sosteniamo lealmente questo Governo, sapendo che è un Governo istituzionale, con una maggioranza che alle elezioni vedrà forze alternative tra di loro. E d‘altra parte le differenze, soprattutto con la Lega, sono evidenti. Il Governo sta facendo bene nel complesso, al netto della scelta sullo sblocco dei licenziamenti che ritengo sia stata imprudente. È chiaro che bisogna mediare su molte cose, ma su alcune questioni di fondo il Pd non può rinunciare a far sentire la sua voce”.

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