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Come sarà la web tax del governo Conte 2

Web Tax

Arriva in manovra la web tax. Cifre e confronti per un’imposta attesa da tempo

In arrivo anche in Italia, finalmente, la web tax. Ad annunciarlo il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che ha assicurato: “Sarà uno dei componenti della manovra”. La norma dovrebbe trovare spazio già nel decreto fiscale atteso lunedì in Consiglio dei ministri o in legge di bilancio e scatterà dal primo gennaio 2020.

COME FUNZIONA

La web tax sarà applicata — con un’aliquota del 3% — alle società con oltre 750 milioni di ricavi mondiali all’anno di cui almeno 5,5 milioni nel nostro Paese. Si stima un gettito di 600 milioni per il 2020 e per gli anni a venire, lo stesso previsto dall’imposta decisa lo scorso anno dall’esecutivo precedente e rimasta lettera morta.

C’è però una differenza sostanziale rispetto al 2018: il pagamento va effettuato in autoliquidazione, secondo il modello vigente in Francia dove però la quota minima di ricavi sul territorio nazionale è di 25 milioni.

La tassa colpirà di sicuro i colossi di Internet come Google, Apple, Facebook, Amazon ma anche le piattaforme digitali e altre imprese che sul web fatturano grazie a pubblicità o a trasmissione dati, per esempio i grandi gruppi editoriali.

COS’HA DETTO GUALTIERI

La norma, ha spiegato Gualtieri al termine dell’Ecofin, a Lussemburgo, “dovrà essere collocata dentro una misura definita sul piano internazionale”. Il titolare di Via XX Settembre ha pure ricordato che “la misura c’era ma non operativa”.

COS’È SUCCESSO LO SCORSO ANNO

La manovra 2019 del governo Conte 1, come dicevamo, aveva già introdotto la tassa per le grandi imprese del web con un prelievo del 3% sui ricavi dai servizi digitali, al lordo dei costi e al netto dell’Iva e di altre imposte indirette. La norma però è rimasta ferma al palo, in attesa del decreto ministeriale attuativo che doveva essere adottato entro il 30 aprile.

LA PROPOSTA OCSE

Sulla questione è intervenuto proprio in questi giorni l’Ocse che ha promesso di presentare una sua proposta al G20 della prossima settimana. L’intenzione dell’Organizzazione con sede a Parigi è di arrivare a una tassa globale sulle multinazionali con un accordo da raggiungere entro il 2020 altrimenti “aumenterebbe notevolmente il rischio che i Paesi agiscano unilateralmente, con conseguenze negative su un’economia globale già fragile. Non dobbiamo permettere che questo accada” ha detto il segretario Ocse, Angel Gurria. Al momento esistono tre proposte diverse sul tema, una avanzata dal Regno Unito, una dagli Stati Uniti e una dall’India.

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