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Come si giocherà la partita del Recovery Fund

Crisi

L’Ue ha finalmente trovato l’accordo su Recovery Fund e Next Generation Eu, ma ora bisogna correre per utilizzare bene i 209 miliardi. Conte apre al dialogo, Zingaretti fa da paciere, Renzi non molla, Salvini si fa avanti e c’è chi sogna Mario Draghi per un governo istituzionale

“Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo sul NextGenerationEu. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!”. Si è conclusa con questo tweet la giornata di ieri del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo che i leader dell’Ue hanno raggiunto l’accordo sul Recovery Fund e il Next Generation Eu. E come dice il suo messaggio, ora “dobbiamo solo correre”.

PRIMA DI CORRERE I NODI DA SCIOGLIERE

Nonostante il via libera di Bruxelles per lo sblocco dei fondi per ricostruire le economie europee, l’Italia deve ancora sciogliere dei nodi importanti prima di iniziare a correre. Primo tra tutti la governance del Recovery Plan, tema caldissimo di questi giorni. La task force auspicata da Conte, che ha infiammato gli animi di Italia Viva, sembra per ora congelata. Il premier, infatti, prima di rischiare una crisi di governo è intenzionato a trovare una mediazione. Altro tema irrisolto è poi come spendere i 209 miliardi, per i quali al momento è prevista solo una bozza, alla quale ne seguirà un’altra che verrà presentata nel prossimo Consiglio dei ministri.

LE DUE STRADE PERCORRIBILI

Come ipotizza l’AGI, l’esecutivo ha di fronte due strade. La prima è quella di rimettere tutto in discussione – Recovery Plan compreso – per imitare il modello francese: “una cabina di regia con le forze parlamentari e le parti sociali, senza piantare paletti ad una unità di missione ma lasciando alla politica (e al Consiglio dei ministri) la facoltà di decidere sui progetti”. La seconda, invece, è l’ipotesi di un governo istituzionale che spinge in tanti – sia nella maggioranza che nell’opposizione – a guardare a Mario Draghi come al ‘salvatore’ e unico in grado di poter gestire i fondi europei.

ITALIA VIVA NON MOLLA E GUARDA A DRAGHI

Sia il premier che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sono disponibili a rivedere il Recovery Plan, ma restano irremovibili sull’istituzione di una task force tecnica. Come riportato da Adnkronos, “Conte è disponibile non ad archiviare tutto, ma a correggere sì”, ha riferito un ministro Pd. Ma Italia Viva non sembra disposta a cedere: “Vogliamo una retromarcia vera, non roba finta. Se Conte non cambia atteggiamento dopo la legge di bilancio si volta pagina e Draghi potrebbe essere disponibile”. Ma anche un esponente del Pd ha dichiarato all’AGI: “O Conte si dà una mossa oppure ci sono altri scenari”.

ZINGARETTI: APERTI SÌ, MA SERVE COLLABORAZIONE

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è molto critico nei confronti di chi vuole aumentare le divisioni e invita alla partecipazione ponendo i temi e i problemi in modo costruttivo: “Abbiamo in mano la possibilità di cambiare l’Italia. È da irresponsabili dare spazio a rigidità e incomprensioni. La collegialità non è una perdita di tempo e davvero tutti ci devono investire. Avremo di fronte tra qualche giorno una proposta sul Recovery Fund. È una proposta, non un pacchetto chiuso in se stesso. È figlia del lavoro positivo di questi mesi ma è doverosamente aperta al confronto in Parlamento, anche con le opposizioni, e nel Paese”.

M5S NON VUOLE ANDARE A CASA

Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha chiesto al premier di mediare lanciando la propria proposta: “non togliere potere a ministeri, Regioni e Comuni, servono norme che rendano tutto più veloce. Avremo bisogno di norme straordinarie”. E ha aggiunto: “Basta scontri politici [sul Recovery Plan, ndr], voglio fare un appello all’unità. Troviamo una soluzione insieme senza azioni e iniziative unilaterali da una parte e dall’altra”. Sia M5s che Pd vogliono scongiurare un esecutivo istituzionale e, come scrive l’AGI, nei pentastellati prevale la linea “fare di tutto per evitare di andare a casa”.

L’OPPOSIZIONE GUARDA A UN GOVERNO ISTITUZIONALE MA SALVINI CHIAMA CONTE

In molti nel partito di Matteo Salvini – soprattutto nell’ala moderata che fa capo a Giancarlo Giorgetti – sembrano favorevoli a un esecutivo istituzionale e ieri in Senato non sono mancati gli applausi da parte di tutto il centrodestra a Renzi. Intanto però il Capitano – che già mesi fa aveva palesato l’ipotesi di governo istituzionale – si è messo in contatto con il premier: “Ho ribadito poco fa a Giuseppe Conte la disponibilità a dialogare, non solo per la riapertura delle scuole e l’allentamento delle restrizioni in vista di Natale, ma anche per l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund”.

Meno coinvolti in questa nuova partita sembrano Fratelli d’Italia, che come riportato dall’AGI non crede che Renzi possa veramente “rovesciare il tavolo”, e la sua leader Giorgia Meloni – interessata solo ad andare al voto. Anche Forza Italia guarda altrove e vuole solo un centrodestra compatto.

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