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Come si sta muovendo Tria

I Graffi di Damato su Tria, riabilitato dal governo gialloverde, che tratta a oltranza a Bruxelles sui conti italiani

Pur disturbata dalle resistenze francesi del solito Pierre Moscovici, che peraltro non guastano perché questa volta non sono trainanti ma difformi dalla disponibilità di altri paesi dell’Unione Europea all’accordo, le trattative a Bruxelles sui conti italiani proseguono dunque ad oltranza. E a condurle il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato sul posto, girandogli in qualche modo la procura ricevuta dai due vice presidenti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Che ha così ottenuto sul campo una sostanziale riabilitazione all’esterno e all’interno del governo gialloverde, dove molti, soprattutto fra i grillini, sino a qualche giorno fa negavano a parole ma in realtà ne auspicavano le dimissioni.

DA QUELLA SERA DI SETTEMBRE CON IL 2,4%

La sera settembrina dei festeggiamenti pentastellati per il deficit al 2,4 per cento sul pil finalmente imposto a Tria nel Consiglio dei Ministri il commiato dell’economista sembrò inevitabile. A impedirglielo fu il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con lungimiranza poi dimostrata dai fatti ritenne evidentemente la partita ancora aperta.

Il viaggio è stato lungo e tortuoso, come se si fosse partiti da Roma per Bruxelles passando per Palermo, ma alla fine il capo dello Stato ha visto premiato il suo ottimismo sulla possibilità di un’intesa con la Commissione Europea. Egli si è speso dietro le quinte con la sua attività di persuasione “non soltanto con le autorità di casa nostra”, come ha scritto il quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda su informazioni sicuramente di prima mano.

VERSO IL COMPROMESSO NECESSARIO

Non si sa di preciso chi dei due vice presidenti del Consiglio, il grillino Luigi Di Maio e il leghista Matteo Salvini, accomunati a lungo nei proclami di guerra, decisi a non indietreggiare neppure di “un millimetro” da quel fatidico 2,4 per cento di deficit reclamato in nome del “popolo”, stia ora vivendo peggio questo percorso così diverso verso il compromesso necessario ad evitare la costosa procedura europea d’infrazione per debito eccessivo, messa in cantiere a Bruxelles con la bocciatura dei primi conti trasmessi dall’Italia. Ad occhio e croce, sentiti anche gli spifferi che provengono dai loro gruppi parlamentari, ad essere più a disagio sono i grillini. Che sono costretti in questi giorni, o in queste ore, a ingoiare anche altri rospi, come lo sblocco del cosiddetto Terzo Valico ferroviario fra Liguria, Piemonte e Lombardia, appena annunciato a malincuore, appunto, dal ministro pentastellato delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Come per la Tap, il gasdotto con approdo pugliese, si sono volute evitare perdite miliardarie per penali e simili.

L’INSOMNIA DI GRILLO

Gli spifferi sembrano provenire anche direttamente dalle residenze del fondatore, garante e quant’altro del movimento delle cinque stelle. Del comico genovese forse bisognerà seguire adesso con maggiore attenzione gli spettacoli in programmazione: a Pescara questa sera, 14 dicembre, a San Benedetto del Tronto domani 15, a Rende, in Calabria, il 21, a Padova il 18 gennaio, a Brescia il 19, a Conegliano Veneto il 23, a Ferrara il 25, a Varese il 26. E il programma non finisce qui. Il titolo di tutti questi spettacoli è obiettivamente adeguato alla situazione in cui versa il movimento di Grillo: Insomnia.

 

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