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Come vivacchia la maggioranza gialloverde

Governo Gialloverde

I graffi di Damato sulla maggioranza gialloverde, costretta a vivere di rinvii

Certo, le coincidenze o le date sono quanto meno galeotte. Quei cartelli levati dai deputati del Pd nell’aula di Montecitorio contro uno scambio fra il “#salvasalvini” e il “#boccialatav” mentre comparivano sul cartellone elettronico dell’aula i risultati della votazione sulla mozione della maggioranza gialloverde riguardante la controversa linea ferroviaria ad alta velocità per le merci fra Torino e Lione, qualche ragione potevano averla. O mostrare di averla, perché una forzatura c’era di sicuro in quella protesta. La Tav, versione femminile e più diffusa di quella maschile raccomandata sul Fatto Quotidiano da Marco Travaglio, può essersi avvicinata con quella mozione  parlamentare alla bocciatura ma non  ne ha varcato la soglia. E’ stato deliberato soltanto un rinvio: Anzi, un ulteriore rinvio, ufficialmente giustificato, dopo la diffusione dei famosi e contestatissimi calcoli di costi e benefici, dai contatti internazionali tra Francia, Italia e Commissione di Bruxelles sulla grande opera finanziata anche dall’Unione Europea, ma in realtà motivato -sempre, quel rinvio-  dai non ancora ben definiti rapporti di forza fra i due partiti del governo italiano.

GLI APPUNTAMENTI ELETTORALI DI MAGGIO

All’indomani delle elezioni europee di fine maggio, probabilmente abbinate peraltro a quelle regionali in Piemonte, che è un po’ la culla della Tav,  leghisti e grillini si misureranno finalmente su basi più certe dei sondaggi e dei risultati delle elezioni parziali svoltesi in questi ultimi tempi e ancora in programma prima di maggio. Essi valuteranno innanzitutto se davvero potranno continuare a governare insieme, con i leghisti presumibilmente diventati più forti dei grillini, e come eventualmente continuare: cercando ancora compromessi o distribuendosi equamente rinunce e conferme, lasciando invariato il contratto dell’anno scorso o aggiornandolo con i tanti temi o cambiati lungo la strada, da allora, o sopraggiunti.

I RINVII DELLA MAGGIORANZA GIALLOVERDE

In attesa dello snodo di maggio, e di giugno, non potendosi ragionevolmente chiarire il quadro politico nei pochi giorni finali di maggio, la maggioranza gialloverde è condannata a vivere quindi di rinvii. Ciò vale per la Tav, come si è appena visto, per le cosiddette autonomie differenziate, che sono poi quelle rafforzate reclamate dalle regioni del Nord, più care alla Lega, e temute da quelle del Sud, più care ai grillini ma da qualche tempo contese elettoralmente e politicamente anche dal partito di Salvini. E vale soprattutto per quello che il governo cerca in questi giorni di esorcizzare come un fantasma ma cui non potrà sottrarsi per gli inesorabili sviluppi della crisi economica: la cosiddetta manovra correttiva di bilancio.

LE CONSEGUENZE SULLA SITUAZIONE FINANZIARIA

Ci sarà solo da vedere di quanto risulterà peggiorata la situazione finanziaria, e di riflesso quella politica, per le scelte che ne deriveranno, al termine del percorso più o meno obbligato dei rinvii. Di fronte ai quali trattengono un po’ il respiro, diciamo così, il presidente della Repubblica al Quirinale e il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. Del quale ultimo ha appena colto segni di stanchezza, per non dire di più, riferendone sul Corriere della Sera, Marco Galluzzo.

Chissà se di questi problemi, oltre che di quelli interni al loro movimento dopo il passaggio soffertissimo del no al processo a Salvini per l’affare Diciotti, peraltro non ancora del tutto chiuso al Senato, hanno trovato il tempo, la voglia e l’interesse di occuparsi a pranzo i vertici veri del movimento delle 5 stelle. Che, a cominciare da Beppe Grillo, hanno mangiato e discusso affacciati sulle rovine, fortunatamente per ora, dei soli Fori Imperiali dell’antica Roma.

 

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