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Corsa al vaccino antinfluenzale: è scontro tra Regioni e farmacie

Anti Covid

È iniziata la corsa delle Regioni per l’approvvigionamento delle scorte. Ma le farmacie temono già di non riuscire a garantire il vaccino antinfluenzale a tutti i cittadini

I medici hanno suggerito ai cittadini di sottoporsi al vaccino antinfluenzale per fare in modo di non sovrapporre i sintomi dell’influenza con quelli del Covid-19 – ed evitare così anche un sovraffollamento degli ospedali e delle strutture sanitarie. Così è iniziata la corsa delle regioni per l’approvvigionamento delle scorte. Ma le farmacie temono già di non riuscire a garantire il vaccino a tutti i cittadini.

LA CIRCOLARE MINISTERIALE

A causa della circolare del ministero della Salute che il 5 giugno scorso ricordava l’importanza di una copertura per l’influenza stagionale sia per soggetti a rischio e anziani che per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e in generale per l’intera popolazione, i governatori hanno bandito le gare per tempo e aspettano l’arrivo dei lotti.

I DATI DI FARMINDUSTRIA

Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha annunciato che nel 2019 sono state somministrate 10 milioni di dosi e che quest’anno i governatori ne hanno già acquistate 14 milioni. Le richieste delle regioni ai produttori hanno avuto un incremento superiore al 40%. Scaccabarozzi, che in merito si dice comunque ottimista ha dichiarato: “A questa domanda aumentata, registrata in base alle gare fatte, le aziende hanno risposto e cercheranno di fare il possibile per soddisfare tutte le richieste. Siamo di fronte a una crescita importante, che credo sia dovuta al fatto che l’epidemia di coronavirus ha messo in allerta molti”.

LA GUERRA REGIONI-FARMACIE

Per la campagna antinfluenzale 2020-2021 Federfarma già stima un incremento del 50% rispetto all’anno scorso, un totale di oltre 1,2 milioni di vaccini. Tuttavia le case farmaceutiche, nonostante cerchino di accelerare la produzione, non possono assicurare una fornitura così elevata da coprire la richiesta di vaccini delle farmacie perché la maggior parte della produzione è stata acquisita dalle regioni.

COSA HA DETTO FEDERFARMA

Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha detto: “Questo significa che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, qual è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si troverebbero nell’impossibilità di vaccinarsi”. Per Cossolo il problema andrebbe risolto con un provvedimento legislativo che consenta al farmacista di inoculare i vaccini, come avviene in altri Paese appartenenti all’Unione europea.

I NUMERI DELLE REGIONI

La Lombardia ha già acquistato 2,4 milioni di dosi, il Lazio punta al raddoppio rispetto all’anno scorso sempre con 2,4 milioni. La Puglia passa da 600 mila dosi richieste nel 2019 a 2 milioni e il Piemonte se ne è aggiudicato il 30% in più per un totale di 1,1 milioni di dosi acquistate con gara unica. In Toscana le dosi acquistate sono state 1,4 milioni.

Il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, ha aggiunto: “Farmacie e grossisti non riescono ad approvvigionarsi dalle case farmaceutiche delle necessarie dosi di vaccino antinfluenzale da destinare a quella fascia attiva della popolazione che è l’asse portante dell’economia del Paese, ma che in questo momento è quella più a rischio di contagio”.

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