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Contratto scuola

Cosa prevede il nuovo contratto della scuola

Dopo mesi di trattative e una lunga gestazione, arriva il rinnovo del contratto collettivo nazionale per il comparto Istruzione e Ricerca. Soddisfazione da varie sigle sindacali e dai ministri della PA Paolo Zangrillo e Istruzione Giuseppe Valditara. Ma la firma non è unanime

L’accordo sul rinnovo del contratto della scuola, firmato ieri all’ARAN, riguarda oltre 1,286 milioni di dipendenti — di cui circa 850mila insegnanti — e mette sul piatto aumenti retributivi, il pagamento di arretrati e l’avvio delle discussioni sul prossimo triennio contrattuale.

COSA PREVEDE IL NUOVO CONTRATTO SULLA SCUOLA

A regime si prevede un incremento medio di circa 150 euro mensili per 13 mensilità. L’effetto non è uniforme: per gli insegnanti l’aumento medio può arrivare a 185 euro in funzione dell’anzianità; per ricercatori e tecnologi la media raggiunge 240 euro. Il personale tecnico-amministrativo (ATA) riceve mediamente circa 110 euro (109,78 euro) mensili.

Il contratto prevede anche l’erogazione degli arretrati: per i docenti gli importi stimati possono avvicinarsi ai 2.000 euro, mentre per il personale Ata si parla di cifre nell’ordine di 1.400 euro, che potrebbero aumentare con i futuri rinnovi.

CHI HA FIRMATO E CHI NO

All’ARAN la firma è stata sottoscritta da Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief, ma la reazione del fronte sindacale non è unanime. La Flc Cgil si è astenuta dalla firma: nel suo comunicato il sindacato sostiene che “gli incrementi stipendiali previsti e, per oltre il 60% già erogati in busta paga sotto forma di indennità di vacanza contrattuale” non “coprono neanche un terzo dell’inflazione del triennio di riferimento” e che l’accordo sancirebbe una “riduzione programmata dei salari del comparto”.

LO SCENARIO PER IL 2025–2027

Proprio sul triennio 2025–2027 si concentrano ora le attenzioni: I firmatari hanno richiesto l’avvio immediato delle trattative per il contratto 2025-2027. L’ARAN, nei giorni precedenti alla firma, aveva ipotizzato valori orientativi per il prossimo rinnovo: a regime, a partire dall’1 gennaio 2027, l’aumento medio ipotizzabile sarebbe di 135 euro al mese per 13 mensilità; per i docenti la media stimata sarebbe di 142 euro, per il personale ATA 104 euro.

Ma oltre agli aumenti, restano sul tappeto questioni aperte che molte sigle chiedono di affrontare con decisione: la contrattazione integrativa a livello di istituto, la regolazione dei buoni pasto, la valorizzazione dei profili ad elevata qualificazione, e soprattutto il nodo del reclutamento e del precariato.

Per molte organizzazioni, occorre inoltre tradurre in misure concrete il riconoscimento di fenomeni come il burnout, stabilire tutele per i lavori gravosi e prevedere strumenti di carriera e formazione che rendano la professione più sostenibile.

 

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