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Cosa prevede la riforma degli ITS oltre al cambio di nome (da oggi ITS Academy)?

Ragazzi Covid Riforma Degli ITS

Con la riforma degli ITS gli istituti si concentreranno sull’insegnamento in sei nuove aree ritenute cruciali nel mondo del lavoro del domani: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie della informazione e della comunicazione. Altre si aggiungeranno in un secondo momento. Tutte le novità

Con il voto della Camera, terza e ultima lettura del testo già approvato al Senato a maggio scorso,  è stata finalmente licenziata la riforma degli ITS, coperta dal miliardo e mezzo di fondi attivati grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Si tratta di una data tutto sommato epocale per i 121 istituti tecnici presenti sul territorio nazionale che il governo intende porre al centro della transizione digitale in atto.

 

Anche per questo, si passa da Istituti Tecnici Superiori (ITS) a Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), per evidenziare appunto il maggior peso che sarà dato alla tecnologia. “La riforma degli ITS (da oggi ITS Academy) è una prima grande risposta del Paese all’evoluzione del sistema formativo determinata dal PNRR e per sviluppare le competenze necessarie delle studentesse e degli studenti”, è il commento di Laura di Raimondo, Direttore Asstel, l’Associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta la filiera delle telecomunicazioni . “Il settore delle TLC – ha aggiunto -ritiene questo passaggio fondamentale per costruire quelle figure professionali, oggi mancanti, in grado di spingere la digitalizzazione dell’Italia. E’ necessario inserire all’interno delle aziende nuove figure professionali capaci di guidare l’innovazione e attivare il circolo virtuoso competenze, innovazione, nuovi servizi e generazione del valore”.

Con la riforma degli ITS, gli istituti tecnici potranno contare sul Fondo per l’istruzione tecnologica superiore, istituito dal ministero dell’Istruzione, un finanziamento che il legislatore ha voluto rendere stabile per gli ITS, e sono previsti a partire da quest’anno 48,35 milioni di euro per la realizzazione di percorsi formativi, il potenziamento dei laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate, le borse di studio e l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie.

Quanto al capitolo più delicato e avversato degli studenti, ovvero quello degli stage aziendali e dei tirocini formativi, la riforma degli ITS li prevede obbligatori almeno per il 35% della durata del monte orario complessivo e potranno essere svolti anche all’estero “adeguatamente sostenuti da borse di studio”. La docenza dovrà arrivare “per almeno il 60% del monte orario complessivo” dal mondo del lavoro. Per agevolare il dialogo coi privati, previsto un credito d’imposta al 30% per le imprese che decidono di investire negli ITS con possibilità di arrivare al 60% se l’erogazione avviene nelle province in cui il tasso di disoccupazione è superiore a quello medio nazionale.

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