Ecco come i principali quotidiani hanno raccontato il messaggio del premier in occasione del 79°…
Cosa succede fra Meloni e Nordio

Quanta fantasia volante sui rapporti fra Meloni e Nordio, e non solo… I Graffi di Damato
Neppure avvolta in quel pastrano bianco più o meno marziale indossato di recente ad Algeri per sfilare davanti alle truppe schierate in suo onore, o in chissà quale altra tenuta nelle prossime ore in Libia, dove è volata per parlare di gas e immigrazione, riesco ad immaginare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni come l’hanno descritta certi giornali riferendo dell’incontro avuto a Palazzo Chigi col ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Il guardasigilli sarebbe stato praticamente chiamato a rapporto dalla premier non tanto per sentirsi confermare la fiducia, come annunciato da un precedente comunicato, quanto per essere messo in riga sul tema dei rapporti con i suoi ex colleghi pubblici ministeri. E per strappargli quanto meno “una tregua” – hanno scritto in parecchi – finalizzata a fare sbollire gli umori. E intanto anche a provare a mettere giù un progetto di riforma su cui confrontarsi con professori, sindacato delle toghe, loro correnti e quant’altro prima di portarlo in Consiglio dei Ministri e proporlo al Parlamento.
Lo stesso Nordio, d’altronde, prima ancora di incontrarsi con la presidente del Consiglio, senza quindi aspettarne ordini o simili, aveva assicurato di voler seguire questo percorso parlando davanti al capo dello Stato nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario alla Corte di Cassazione.
A parte il fatto che, in attesa di uno o più progetti del governo, esso è già alle prese in Parlamento con proposte parlamentari di gruppi della maggioranza su temi come la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, non mi sembra proprio che il clima dei rapporti fra la Meloni e Nordio sia quello sostanzialmente conflittuale, o disciplinare, descritto da giornali interessati politicamente e culturalmente, diciamo così, alla più rapida dissoluzione possibile della sgradita coalizione di centrodestra o, peggio ancora, di destra-centro. Propio oggi la Repubblica di carta annuncia che sulla giustizia la maggioranza è “in rotta di collisione” al suo interno, oltre che con i tre quarti delle opposizioni, considerando il sostegno del cosiddetto terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi su cui può contare una riforma vera, e non annacquata o finta, della giustizia.
Immaginare o rappresentare una Meloni in rotta di collisione, per ripetere l’espressione di Repubblica, con Nordio sarebbe come immaginare o rappresentare, politicamente e fisicamente, anche una Meloni in rotta domani col ministro della Difesa Guido Crosetto sulle forniture di armi all’Ucraina. O solo sul tema – riuscito anch’esso a tradursi in uno scontro politico – di un messaggio registrato del presidente ucraino Zelensky fra una quindicina di giorni al festival canoro di Sanremo. Come se davvero egli dovesse mettersi a cantare – come nella vignetta del Foglio – il “Volare” di Modugno per chiederci “subdolamente” altri aerei da caccia nella spietata guerra cominciata dalla Russia undici mesi fa.
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere la nostra newsletter