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Cos’è oggi il popolarismo, la versione di Castagnetti
Il popolarismo oggi secondo Pierluigi Castagnetti, l’ultimo segretario del Ppi, che spiega ma non tutto. I Graffi di Damato
Parco nelle uscite anche per la sua vecchia e profonda amicizia con Sergio Mattarella, che lo espone sempre al sospetto di esprimerne opinioni e sentimenti, anche se il presidente della Repubblica è frequente alle esternazioni e non si trattiene più di tanto quando sente il bisogno di farsi sentire, Pier Luigi Castagnetti ha affidato ad Avvenire una sua lunga riflessione sul “pensiero aperto” del “popolarismo” a più di un secolo dalla fondazione del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, a 30 anni dal ritorno della Dc a quelle origini anche nominalistiche e a quasi 22 anni dalla chiusura pure di questa formazione politica.
Che ebbe proprio in Pier Luigi Castagnetti il suo ultimo segretario, confluendo nel 2002 nel movimento La Margherita. Dove Francesco Rutelli, proveniente dall’esperienza radicale di Marco Pannella, volle e riuscì a raccogliere spezzoni, cespugli e quant’altro di liberali, ambientalisti e infine cattolici. Cinque anni dopo, nel 2007, tutti sarebbero poi confluiti, con ciò che restava del Pci, nel Partito Democratico affidato alla guida di Walter Veltroni.
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Non mancano negli archivi politici fotografie di Castagnetti anche con l’attuale segretaria del Pd Elly Schlein. Dalla quale penso però che gli sia capitato più volte di dissentire, pur senza arrivare alla rottura consumatasi -senza molta sofferenza pubblica, in verità, da parte dell’interessata- con cattolici anche di una certa notorietà e importanza come l’ex ministro Giuseppe Fioroni. Che fu peraltro il primo segretario organizzativo del Pd.
E’ francamente difficile dire che cosa e dove sia rimasto del popolarismo italiano orgogliosamente contrapposto dai suoi migliori esponenti al populismo corrente un po’ dappertutto, più dei saluti romani che la Cassazione ha appena sdrammatizzato decidendo che non sono tutti e sempre fascismo alle porte.
Lo stesso Castagnetti ha citato le indagini Ipsos di Nando Pagnoncelli per ricordare che “da tempo il voto dei cattolici va di pari passo con l’orientamento politico della maggioranza degli italiani: nel 2018 il più votato era il Movimento 5 Stelle tra chi andava a messa tutte le domeniche, nel 2019 era la Lega”. Che salì quell’anno al 34 per cento dei voti nelle elezioni europee, dopo avere già sorpassato nel centrodestra l’anno prima la Forza Italia di Silvio Berlusconi. Ora è la volta del partito della Meloni che ogni tanto grida in piazza, non a caso, di essere “donna, madre, cristiana…”. Ed ha stretto ormai un’amicizia solidissima con la popolare tedesca Ursula von der Leyen, presidente uscente e forse anche rientrante della Commissione Europea.
Peccato che Castagnetti nell’intervento su Avvenire non abbia trovato lo spazio o la voglia, o entrambi, di spiegare la sua comprensibile “ambizione” di modificare la situazione attuale. Egli si è solo richiamato all’oriundo italiano ma argentino Papa Francesco. Ma, francamente, mi sembra troppo, o troppo poco.