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Così putineggiano le tv italiane

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I Graffi di Damato

Nel giorno in cui l’Ucraina aggredita dalla Russia si è metaforicamente vestita a stelle e strisce e guadagnato i “ringraziamenti” della presidente della Camera americana Nancy Pelosi, in visita ufficiale a Kiev, per la resistenza opposta all’invasione, sino a rendere possibile “la vittoria” di Zelensky, il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, in una intervista ad una televisione italiana ha confermato la volontà del Cremlino di proseguire la guerra sino alla fine. Cioè, sino alla sconfitta di quei “radicali” e “nazisti” come meriterebbero di essere chiamati il presidente ucraino e i suoi sostenitori.

La televisione italiana scelta da Lavrov – scelta perché immagino che altre interviste gli saranno state proposte- è quella del vecchio ma forse ex amico di Putin, del quale dopo più di un mese di guerra l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è dichiarato “deluso”. Delusione ricambiata, direi, avendo Lavrov detto al conduttore di Zona bianca, la trasmissione di Rete 4 affidata a Giuseppe Brindisi, che l’Italia ancor più in generale ha “sorpreso” il Cremlino”. “Ma ormai ci siamo abituati”, ha aggiunto il successore dei sovietici Molotov e Gromyko.

Uno degli ospiti dello studio televisivo del povero Brindisi, il direttore della Verità Maurizio Belpietro, che ormai quasi abitualmente fa titoli sovrapponibili a quelli del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, ha cercato di attenuare la delusione del ministro degli Esteri russo attaccando quasi più di lui gli americani, che starebbero facendo la guerra a Putin sulla pelle degli ucraini. I quali dalle parole e dalle rappresentazioni di Belpietro sembrano un pò imbottiti di armi americane, e anche italiane, come di droga. Del resto, Putin in apertura delle ostilità belliche aveva dato del drogato, oltre che del nazista, a Zelensky e conterranei.

Quando un altro ospite dello studio di Rete 4, il direttore del Giornale della famiglia di Berlusconi, il buon Augusto Minzolini, ha cercato di contestare le tesi di Belpietro, quest’ultimo si è messo a gridare come un ossesso e minacciosamente alzato dalla sua poltrona dando l’impressione di voler passare dalle parole ai fatti contro il collega, rimasto tranquillamente al suo posto per godersi il non brillante spettacolo di uno, fra l’altro, dei suoi predecessori alla guida del quotidiano fondato nel 1974 da Indro Montanelli.

Il conduttore, imbarazzatissimo, ha dovuto ricorrere ad una interruzione pubblicitaria per evitare al pubblico una scena di aggressione anche fisica di Belpietro al collega. Ma va detto che anche in altre trasmissioni della televisione di Berlusconi troneggiano più o meno putiniani di complemento, chiamiamoli così, fermi cioè al capo del Cremlino che piaceva tanto all’editore e fondatore del centrodestra italiano. Sempre su Rete 4, e sempre ieri, prima che cominciasse la trasmissione di Brindisi, nello spazio tradizionale della pacata Barbara Palombelli occupato il sabato e la domenica dalla giovane e ardimentosa Veronica Gentili, il giornalista della Stampa Jacobo Iacoboni si è trovato solo a sostenere Zelensky e i suoi soccorritori occidentali, non scambiandoli per i suoi padroni.

Accennavo al centrodestra fondato da Berlusconi, e ormai non più guidato davvero da lui, sorpassato elettoralmente prima dai leghisti di Matteo Salvini e poi dai fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Che proprio ieri ha concluso la sua affollata conferenza programmatica, simile ai congressi di partito di una volta, sfidando i suoi ancora alleati in tante regioni e amministrazioni comunali, anch’esse però via via sempre più in affanno, a scegliere finalmente da che parte stare: a destra o a sinistra. E, più in particolare, a proposito della guerra in corso nel cuore dell’Europa, con Putin o con Zelensky e gli americani. Dei quali si può ben rifiutare di essere “gli animali da soma”, come ha detto l’ormai candidata della destra a Palazzo Chigi, senza diventare per questo i fiancheggiatori Putin, com’è francamente apparso un pò Salvini , sempre ieri, collegato a Massimo Giletti, guadagnandosi i sorrisi di Michele Santoro.

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