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Covid piano pandemico

Covid, chi va a processo e chi no per il piano pandemico non aggiornato

Imputazione coatta per l’ex numero due dell’Oms, Ranieri Guerra, l’ex dg della Prevenzione Giuseppe Ruocco e altri due dirigenti del Ministero. Archiviate le posizioni di Brusaferro e Borrelli

IMPUTAZIONE COATTA PER 4 DIRIGENTI SUL MANCATO AGGIORNAMENTO DEL PIANO PANDEMICO

La gestione della pandemia da Covid continua a lasciare strascichi. Il giudice per le indagini preliminari di Roma, Anna Maria Gavoni, ha disposto l’imputazione coatta per l’ex numero due dell’Oms, Ranieri Guerra, per l’ex direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Giuseppe Ruocco, e per due attuali dirigenti ministeriali, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino. I quattro sono accusati di omissione o rifiuto di atti d’ufficio in relazione al mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale del 2006 e alla mancata definizione dei relativi piani di dettaglio.

L’indagine prende le mosse da uno stralcio trasmesso dai magistrati di Bergamo e Brescia alla Procura di Roma, che inizialmente aveva richiesto l’archiviazione per i dirigenti coinvolti. Tuttavia, l’opposizione presentata dai familiari delle vittime del Covid, rappresentati dall’Associazione #Sereniesempreuniti, ha portato il giudice a ordinare la formulazione dell’imputazione.

GLI ‘ARCHIVIATI’ E LE ACCUSE RIGETTATE

Parallelamente, sono state archiviate le posizioni di Silvio Brusaferro, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e Angelo Borrelli, ex capo della Protezione Civile. Anche per altri funzionari del Ministero della Salute, tra cui Mauro Dionisio e Loredana Vellucci, sono state rigettate accuse come falsità ideologica e truffa legata a erogazioni pubbliche.

LA TESTIMONIANZA DELL’EX MINISTRA LORENZIN

Tra gli atti dell’inchiesta figura anche la testimonianza dell’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Secondo quanto dichiarato, nel 2017 Ranieri Guerra avrebbe assicurato che l’aggiornamento del Piano pandemico era in corso. Lorenzin ha affermato che, allo scoppio della pandemia da Covid-19, era convinta che il piano fosse stato predisposto.

LE PAROLE DEI LEGALI DELLE VITTIME DEL COVID

Gli avvocati dei familiari delle vittime hanno espresso grande soddisfazione per la decisione del giudice, definendola “un pezzo di verità riconosciuta”. Hanno sottolineato l’importanza del risultato, che restituisce dignità alle vittime e apre la strada per accertare le responsabilità su un tema cruciale come la preparazione del sistema sanitario alla pandemia.

FDI: “IL TRIBUNALE CONFERMA LA NOSTRA DENUNCIA”. E LE AUDIZIONI VANNO AVANTI

La decisione del gip Gavoni segna una tappa fondamentale in un percorso giudiziario che punta a fare chiarezza sul mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale. Si cercherà di capire se tale omissione abbia avuto un impatto significativo nella gestione della pandemia. Per Fratelli d’Italia è la “conferma” di “quanto abbiamo sempre denunciato: l’Italia era impreparata ad affrontare la pandemia di Covid a causa dell’inadempienza dell’allora governo. Lo stesso Governo che ha nominato i dirigenti oggi imputati nel Cts, l’organo che ha guidato il Paese durante quella difficile stagione storica”.

E nel frattempo si va avanti con i lavori della commissione d’inchiesta sul Covid, fortemente voluta proprio da Fdi. “Nel corso dell’odierno Ufficio di presidenza della commissione abbiamo chiesto, come Fratelli d’Italia – annunciano i componenti meloniani – di continuare a procedere spediti con le audizioni. In primis, riteniamo doveroso richiamare, dopo l’audizione del 16 gennaio scorso, Dario Bianchi, fondatore di Jc Electronics, e il già commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

Abbiamo inoltre chiesto, in ragione dell’imputazione coatta del Gip di Roma nei confronti, tra gli altri, di Ranieri Guerra, già rappresentate Oms e direttore del Ministero della Salute, di iniziare le audizioni sul mancato aggiornamento del piano pandemico all’insorgere della pandemia. Infine abbiamo chiesto di acquisire la recente querela presentata da alcuni parenti di persone decedute per Covid contro, tra gli altri, l’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, e l’allora dg dell’Aifa, Nicola Magrini, sulla raccomandazione di paracetamolo e vigile attesa”.

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