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Crisi di Governo, parla Draghi. Il premier dimissionario in Aula. Che succede oggi?

Draghi Senato Ucraina

Oggi e domani il premier dimissionario riferirà ai due rami del Parlamento. Ma il destino della legislatura si decide già in Senato. Ecco il timing della giornata della crisi del governo Draghi

Avranno luogo oggi, alle 9:30, le comunicazioni del presidente del Consiglio dimissionario, partendo da Palazzo Madama per poi recarsi a Montecitorio. Alla Camera le comunicazioni del premier Mario Draghi si terranno giovedì. Lo ha deciso nel pomeriggio di ieri la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Dalle 9 alle 11.30 ci sarà la discussione generale. Alle 11.30 la replica Di Draghi.

L’ORDINE NEL BICAMERALISMO PERFETTO

Com’è noto, c’è stato chi, tra le file del PD e tra i governisti pentastellati, nei giorni scorsi aveva chiesto di invertire la discussione sulla crisi del governo, chiedendo che Draghi partisse dalla Camera. Verrà invece mantenuta la prassi in base alla quale le comunicazioni vengono rese nel ramo del Parlamento dove il Governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all’apertura della crisi.

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LA GIORNATA AL SENATO

Il timing della giornata di oggi, invece, prevede dopo l’avvio dei lavori e la lettura del discorso da parte del premier, una pausa alle 10.30 per la consegna del testo letto dal premier alla Camera, che sarà depositato in vista della lettura del giorno dopo. L’Aula del Senato dovrebbe riprendere intorno alle 11 con la discussione generale di circa 5 ore. Verso le 18.40 dovrebbe iniziare la chiama.

CRISI DI GOVERNO, DIPENDE TUTTO DA DRAGHI

Due le opzioni sul tavolo: nel caso in cui il premier decidesse di ribadire che le sue dimissioni sono irrevocabili, si recherà al Colle dopo aver parlamentarizzato la crisi e lì il Presidente della Repubblica senza indugio darà il via a nuove consultazioni o scioglierà le Camere; viceversa, qualora Mario Draghi dovesse ritornare sui propri passi, si andrà alla conta: dunque si terrà il dibattitto sulla fiducia e lo scrutinio stesso per capire se sono variati i confini della maggioranza a sostegno dell’esecutivo. Le dimissioni potrebbero avvenire anche nel caso in cui il governo ottenesse la fiducia, laddove certificassero l’uscita dei 5 Stelle, condizione necessaria per restare imposta da Draghi.

 

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