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Da FI a FDI, Lucio Malan cambia casacca

Lucio Malan

Ex leghista, ora ex forzista, Lucio Malan si trasferisce nel partito di Giorgia Meloni.  Per 11 anni era stato tra i principali artefici della propaganda azzurra. Inutili i tentativi di Berlusconi di fermarlo

Per buona parte della serata nessuno, in Forza Italia, ha troppa voglia di parlare. L’addio di Lucio Malan è un fulmine a ciel sereno. Solo dopo un po’ i forzisti, raggiunti al telefono, iniziano a sibilare i peggiori commenti: “Se ne va per avere la certezza del rinnovo della poltrona”, ci dice uno dei colonnelli berlusconiani. “Da noi le cose non vanno troppo bene, il partito di Meloni vola, comodo andarsene ora”. È la spiegazione.

“È la vendetta della Meloni per la scorsa settimana”, racconta un altro. Già, la settimana scorsa c’è stato lo scontro plateale: Lega e Fi avevano fatto fuori dal CdA della Rai il candidato di Giorgia Meloni e allora la leader di FdI aveva replicato dando forfait alla presentazione del candidato comune alle amministrative di Milano, senza comunicarlo. L’attesa aveva fatto aumentare la pressione in sala e Ignazio La Russa (FDI) e la pasionaria Lucia Ronzulli (FI) se l’erano battibeccata come all’osteria a favore di telecamera. Un battesimo del fuoco vero e proprio, per il pediatra Luca Bernardo, che s’è ritrovato senza argomenti di fronte ai cronisti che gli chiedevano se il centrodestra fosse realmente unito nel sostenerlo.

 

E ora, appunto, l’addio di Lucio Malan. “Non vedo grossi cambiamenti rispetto al Conte 2”, dice in conferenza stampa il senatore mentre, si mormora in sala, Silvio Berlusconi faceva di tutto per mettersi in contatto personalmente con lui e fermarlo in diretta. Al suo fianco, raggiante, Giorgia Meloni non perde occasione di stilettare gli alleati che siedono al governo: “Continuo a credere nel centrodestra ma voglio capire se ci credono anche gli altri, perché troppe cose sono accadute che mi fanno temere“. Quindi, immancabile, il riferimento alla candidatura di Mario Occhiuto in Calabria, sul cui nome si è arrivati senza che vi fosse un’intesa di base: “È frutto di una delle regole che sono saltate e quindi la valutazione va fatta. Non capisco cosa stia accadendo, ho il dubbio che lavorino per farci perdere la pazienza e favorire l’attuale maggioranza”.

Pare che la sua lettera d’addio a FI Malan la avesse pronunciata in aula il 15 luglio scorso, nella sua durissima presa di posizione contro il DDL Zan. Una posizione molto lontana da quella forzista, ma che aveva suscitato gli applausi di Fratelli d’Italia e, in particolare, di Ignazio La Russa.

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