Il Movimento cinque stelle rinuncia al limite dei due mandati. La pattuglia di ex ministri, sindaci e parlamentari che possono tornare competere per un seggio è folta
Il codice etico, un tempo vanto del Movimento cinque stelle, è stato definitivamente superato. Il Movimento somiglia sempre meno a quella rivoluzione politica immaginata (e attuata?) da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e sempre più un’organizzazione strutture e rigidità tipiche dei partiti politici. È stato, del resto, un percorso lungo circa vent’anni.
LA VOTAZIONE DEGLI ISCRITTI MANDA IN SOFFITTA IL LIMITE DEI DUE MANDATI
Nel rispetto delle tradizioni, almeno formali, del M5S a dire basta alla regola che vietava a chi aveva svolto due mandati consecutivi di poterne svolgere un terzo è stata la base dei pentastellati. L’addio al limite dei due mandati è arrivato domenica 22 giugno con una votazione che ha contato 43.236 sì e 8.196 no. Se una porta si chiude — quella di un movimento, nelle intenzioni, multipolare, non ideologico, anzi antiideologico, figlio dell’antipolitica, contestatario della dicotomia dell’alternanza e, in teoria, terzopolista — se ne aprono, anzi si riaprono, altre: quelle dei Palazzi, per tutte le star del Movimento 5 Stelle della prima ora, che hanno svolto due mandati e ora possono tornare in pista.
Stando alle regole attuali, però, i mandati non potranno mai superare il limite di tre esperienze da rappresentante della cosa pubblica.
LE NUOVE REGOLE: “STOP AND GO” E LA SOGLIA DEI 15 MILA ABITANTI
I candidati sotto le insegne del M5S non potranno sedere in Parlamento per tre mandati consecutivi ma, secondo la nuova regola dello “stop and go”, dovranno saltare una tornata elettorale per poi tornare in campo. In alternativa potranno dedicarsi alla politica locale: dalle comunali alle regionali, passando per la corsa alle cariche monocratiche di presidente della regione o di sindaco. Tutto questo senza, per il momento, superare il limite dei tre mandati. A meno che non si tratti di mandati in comuni o in municipi con meno di 15 mila abitanti, i quali non saranno conteggiati.
SENZA VINCOLO DEI DUE MANDATI IN CAMPANIA PUÒ SCENDERE IN CAMPO ROBERTO FICO
Le “stelle cadute” del Movimento cinque stelle che dopo due mandati hanno continuato ad orbitare nei pressi dell’ex creatura di Beppe Grillo ora saldamente nelle mani di Giuseppe Conte sono molte. A iniziare da Roberto Fico, ex presidente della Camera apprezzato dal Partito democratico e tra i più convinti sostenitori del campo largo, che potrebbe correre per guidare della Campania.
DA TONINELLI A BONAFEDE: TUTTI GLI EX MINISTRI DEL M5S CHE POSSONO TORNARE A CORRERE
Ma il suo non è il solo illustre nome in campo. Tra gli ex rimasti senza poltrona ci sono l’ex vicepresidente del Senato, Paola Taverna, l’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, l’ex ministro per lo sport Fabiana Dadone, l’ex ministro del lavoro Nunzia Catalfo e l’ex ministro delle infrastrutture e i trasporti Danilo Toninelli. Ma non solo. Potranno tornare a competere per un seggio anche Stefano Buffagni, l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi, l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino, Riccardo Fraccaro, Gianluca Perilli, Carlo Sibilia, Luigi Gallo, Laura Bottici, Paola Carinelli e Roberta Lombardi.
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