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Dal Colle al Cupolone: niente Mattarella bis?

Mattarella Bis

I Graffi di Francesco Damato. Mattarella gela i sostenitori della sua rielezione fissando il “congedo” dal Papa

Sergio Mattarella ha risposto a suo modo a quanti in pubblico e in privato continuano a chiedergli di rendersi disponibile ad una rielezione implicitamente a termine al Quirinale, per rimanervi sino al rinnovo delle Camere, nel 2023. Ciò permetterebbe l’elezione del suo successore a un Parlamento più legittimato di questo in scadenza anch’esso, l’ultimo peraltro di quasi mille fra deputati e senatori, contro i seicento fissati dalla riforma costituzionale voluta dai grillini.

Il prolungamento della presidenza Mattarella consentirebbe inoltre, o soprattutto, secondo le preferenze, la prosecuzione del governo Draghi “almeno sino al 2023”, come auspicato dal segretario del Pd Enrico Letta fra le ansie, le proteste e quant’altro di chi non vede l’ora di liberarsene. “Non è il nostro governo”, ha detto il “guru” piddino Goffredo Bettini mandando in visibilio il pubblico della festa del Fatto Quotidiano di cui era ospite.

Già premuratosi a manifestare ad una scolaresca il desiderio di godersi il meritato “riposo” alla conclusione del settennato cominciato nel 2015, Mattarella si è affrettato adesso ad annunciare di avere fissato -come ha titolato in prima pagina il Corriere della Sera- la visita al Papa di “congedo” da presidente della Repubblica. Avverrà esattamente il 16 dicembre.

Certo, tutto potrà accadere da oggi al 16 dicembre e oltre, persino a Camere già riunite e impegnate nelle votazioni: anche un ripensamento di Mattarella, pregato in fila da un po’ tutte le forze politiche, come avvenne con Napolitano nel 2013, a farsi rieleggere per le difficoltà intervenute nella scelta del successore. Ma per ora la indisponibilità del presidente uscente deve ritenersi confermata. E non è forse un caso che questa conferma sia intervenuta dopo il dibattito, a dir poco, apertosi su quella specie di “quinta Repubblica” alla francese intravista per l’Italia dal professore Ernesto Galli della Loggia commentando il cambiamento nei rapporti con i partiti intervenuto con la nomina da parte di Mattarella del governo Draghi e poi consolidato con l’azione del nuovo esecutivo.

Per quanto basata su considerazioni e fatti indiscutibili, essendo evidente il ridimensionamento subìto dai partiti, con tutte le loro convulsioni interne, dall’azione di un governo guidato con autorevolezza e prestigio internazionale dall’ex presidente della Banca Centrale Europea, la rappresentazione di una quinta Repubblica italiana nata surrettiziamente può avere messo in qualche imbarazzo Mattarella. Una cui rielezione potrebbe rafforzare l’interpretazione della situazione politica e istituzionale espressa dall’editorialista del più diffuso giornale italiano, il Corriere della Sera. E che fa drizzare i capelli particolarmente ai nostalgici o ai sognatori di un ritorno di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi tipo Marco Travaglio. Che proprio oggi sul suo quotidiano sogna una crisi provocata da una spaccatura della Lega fra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. E si lamenta nell’editoriale di una specie di giornalista collettivo che “al governo Draghi perdona tutto, dipingendolo apoditticamente come una covata di fenomeni, di cui peraltro sfuggono le imprese memorabili. Così i ministri, a furia di sbagliare senza l’ombra di una critica, si credono infallibili. E sbagliano ancora di più”: da “Cartabia, Cingolani, Brunetta” al “catastrofico Bianchi, l’ectoplasma che chiamiamo ministro dell’Istruzione”, scrive il direttore del Fatto.

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