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Dall’Ipa al Teatro di Roma, le nomine in zona Cesarini di Virginia Raggi

Virginia Raggi Nomine

Le opposizioni scatenate sulle nomine fuori tempo massimo di Virginia Raggi, ormai sindaca uscente della capitale

Cosa avrebbero detto i grillini delle origini di fronte a un sindaco che, prima di lasciare l’ufficio perché uscito sconfitto alle elezioni, firma ancora un’ultima tornata di nomine? Difficile saperlo. Quel che è certo è che i grillini di oggi quelle nomine le approvano e pure le decidono, visto che il sindaco in questione è quello capitolino: Virginia Raggi.

Prima di lasciare il Campidoglio, Raggi ha proceduto con un’ultima infornata di nomine, dando un nuovo consiglio di amministrazione all’Ipa, l’Istituto di previdenza e assistenza che segue i 23 mila dipendenti di Roma Capitale. Per volontà della prima cittadina ormai con le valige e gli scatoloni pronti, il presidente sarà Fabio Serini, già commissario dell’Ipa.

“In effetti – scrive Il Tempo – la storia dell’Ipa meriterebbe l’attenzione dei magistrati, soprattutto contabili. Nel 2017, sempre la Raggi, dispone lo scioglimento del Cda dell’Ipa e nomina contestualmente Fabio Serini commissario straordinario. Il mandato è quello di modificare lo statuto. A tal fine nomina un sub commissario, Vincenzo Piscitelli, per un anno, con l’obiettivo di redigere la modifica statutaria. Quasi cinque anni di proroghe e uno statuto nuovo che dà ovviamente al sindaco il potere di nomina dell’intero Cda, nel quale si escludono rappresentanti dei dipendenti. Curioso come nel «nuovo» statuto si specifichi che la modifica debba essere «validata» dall’Aula Giulio Cesare. In barba a tutto ciò ieri l’ordinanza che nomina Fabio Serini presidente e Carmela Cucca e Gianluca Maria Esposito componenti del Consiglio di amministrazione per cinque anni. Si dice «basito» Giancarlo Cosentino, segretario Cisl Fp Roma, per un atto che «ha completamente ignorato i dipendenti che pure pagano ogni mese l’istituto di previdenza. Non resta che fare un appello al sindaco che verrà affinché intraprenda sin da subito un percorso di trasparenza e partecipazione»”.

 

Nemmeno un caso isolato: Raggi avrebbe voluto attuare altre nomine e rinnovare i vertici del Teatro dell’Opera di Roma (che gestisce il teatro Argentina, il Valle e l’India). In particolare, a Emanuele Bevilacqua, che aveva rimesso il suo mandato, pur «rimandendo disponibile» fino all’insediamento del nuovo sindaco, sarebbe dovuto succedere Maurizio Costanzo.

Di mezzo, però, secondo Dagospia, ci si sarebbe messo il capo di gabinetto della Regione Lazio, Albino Ruberti, che in una lettera alla sindaca ha precisato che «risulta necessaria un’accurata valutazione per l’individuazione del soggetto cui affidare questo delicato compito» e bisogna attendere le «linee guida che la prossima Giunta capitolina vorrà imprimere alla governance dell’associazione».

Immediata la reazione di Maurizio Costanzo sulle indiscrezioni: «Tempo fa dal Campidoglio mi hanno chiesto se mi interessava la direzione dei teatri romani. Ho detto: vediamo, ci penso, è qualcosa che posso fare solo se va bene a tutti, se c’è un accordo generale». E sul suo rapporto con la sindaca, dato che da alcuni è stato indicato come possibile ‘spin doctor’, il giornalista spiega: «Non ho nessun rapporto di lavoro con Raggi, le ho dato qualche consiglio ma non siamo in amicizia».

 

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