Una riforma attesa, ma contestata soprattutto dalla Corte dei Conti: mercoledì la proposta di legge sul danno erariale approda in commissione alla Camera
La riforma del danno erariale è pronta ad approdare, mercoledì, nelle commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera per il voto sugli emendamenti. Il testo, fortemente voluto dalla maggioranza, punta a superare la cosiddetta “paura della firma”, ovvero il timore di sindaci e amministratori pubblici di assumere decisioni per il rischio di essere coinvolti in procedimenti per danno erariale. E’ uno dei dossier più spinosi nei rapporti tra politica, amministratori locali e magistratura contabile, al centro dell’attività parlamentare anche nelle precedenti legislature e che ha dato vita sempre a scontri molto vivaci. E lo stesso vale anche adesso, Non a caso la proposta di legge ha suscitato numerose critiche, sia da parte delle opposizioni sia dalla stessa Corte dei Conti, che teme un indebolimento del controllo sulla gestione delle risorse pubbliche.
DAL CASO DEI CENTRI IN ALBANIA AL PNRR, PERCHE’ LA MAGGIORANZA VUOLE ACCELERARE
Da una parte ci sono stati infatti gli esposti alla magistratura contabile di Italia Viva contro la premier Meloni per i centri migranti in Albania, e dall’altra l’imbarazzo nella maggioranza per un emendamento di Enrico Costa che ripropone la responsabilità civile dei magistrati sotto l’aspetto del danno erariale. La pdl era stata presentata dall’allora capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che aveva recepito i timori del ministro Raffaele Fitto circa la lentezza delle opere del Pnrr per la “paura della
firma” da parte di sindaci e amministratori pubblici. Dopo che Fitto è andato in Europa, è ora Foti a dover provvedere alle realizzazioni del Pnrr, che devono essere completate entro il 2026.
IL CUORE DELLA PROPOSTA: SOLO DOLO E NUOVI LIMITI AI RISARCIMENTI
L’elemento centrale della riforma, che consta di 4 articoli, è la modifica delle condizioni in cui un amministratore pubblico può essere ritenuto responsabile di danno erariale. Attualmente, il danno può essere contestato anche in caso di colpa grave. Con la nuova norma, invece, la responsabilità sarà limitata ai soli casi di dolo, escludendo quindi le situazioni di grave negligenza.
Un altro aspetto rilevante è l’introduzione di tetti massimi ai risarcimenti richiesti dalla Corte dei Conti, che saranno parametrati allo stipendio dell’amministratore coinvolto. Si stabilisce che il risarcimento non possa superare due annualità lorde di stipendio, con un minimo fissato a 150 euro. Inoltre, sarà obbligatoria una polizza assicurativa per coprire eventuali condanne, riducendo così il rischio personale per i funzionari pubblici.
IL NUOVO RUOLO DELLA CORTE DEI CONTI CHE NON PIACE ALLA CORTE DEI CONTI
La proposta prevede anche una trasformazione del ruolo della Corte dei Conti, con un rafforzamento della funzione consultiva e un indebolimento del controllo successivo. Gli amministratori potranno richiedere alla Corte pareri preventivi di legittimità sugli atti più complessi. Se un atto avrà ottenuto il via libera in questa fase, non potrà più essere contestato in sede di responsabilità erariale.
Questa modifica, secondo i promotori, darà maggiore sicurezza ai dirigenti pubblici, evitando blocchi decisionali dovuti al timore di possibili contestazioni future. Tuttavia, la Corte dei Conti ha espresso forti perplessità su questo punto, ritenendo che la riduzione del controllo successivo possa indebolire le tutele sulla gestione dei fondi pubblici, in particolare quelli legati al Pnrr.
IL NODO DELL’EMENDAMENTO COSTA E LE TENSIONI IN MAGGIORANZA
Oltre alle critiche dell’opposizione e della magistratura contabile, la discussione sulla riforma è stata complicata da un emendamento presentato dall’ex ministro Enrico Costa di Forza Italia, che prevede la possibilità di rivalersi economicamente sui magistrati che dispongano la custodia cautelare di un imputato poi prosciolto. Questa norma ha suscitato divisioni anche all’interno della maggioranza, con i capigruppo di centrodestra che hanno chiesto il ritiro della proposta. Costa, tuttavia, ha ribadito la sua intenzione di portare avanti l’emendamento, alimentando ulteriori tensioni.
La riforma del danno erariale si presenta dunque come un provvedimento destinato a cambiare profondamente l’approccio alla responsabilità amministrativa, ma resta al centro di un acceso dibattito politico e istituzionale. Da un lato, il governo punta a sbloccare la macchina amministrativa, riducendo i rischi per gli amministratori onesti; dall’altro, le opposizioni e la Corte dei Conti temono che la nuova disciplina possa ridurre la capacità di controllo sugli sprechi e sulle irregolarità nella gestione delle risorse pubbliche. Il voto sugli emendamenti sarà il primo vero banco di prova per la riforma, che si avvia a essere uno dei temi più discussi del panorama politico nei prossimi mesi.