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Dazi, intervenire per salvare l’agroalimentare italiano

Dazi

Si annunciano ulteriori dazi per 117 milioni di euro per l’agroalimentare italiano sul mercato americano, andando così a colpire ben 93 indicazioni geografiche europee, tra cui prodotti italiani DOP e IGP.

Questo il tema della conferenza stampa “Dazi e tutela internazionale” organizzata da Origin Italia. “Occorre giocare d’attacco per il presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi aumentando la conoscenza è la promozione del Made in Italy all’estero”.

PARMIGIANO REGGIANO TRA I PIÙ COLPITI DAI DAZI

Tra i prodotti più colpiti e penalizzati dalla politica ritorsiva Usa potrebbe essere proprio il Parmigiano Reggiano che vedrà aumentare i propri dazi da 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari. Nessuno sconto nemmeno al Grana Padano, che negli Usa esporta attualmente 75 milioni di euro, a cui seguirà un rialzo dei dazi da 2 euro a 5,25 euro al chilo.

“È irragionevole ciò che chiede l’amministrazione americana, è doveroso invece tenere separati i due aspetti della tutela e del mercato. Le IG meritano rispetto e non si toccano” dichiara Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia e presidente del consorzio grana padano. Le nostre Indicazioni Geografiche portano il nome dei territori nel mondo, ne rappresentano il patrimonio culturale, sociale e ambientale, offrendo al contempo garanzie di qualità. Chiediamo pertanto al Governo e all’Ue -prosegue Baldrighi- che vengano cofinanziate le azioni di tutela e valorizzazione dei Consorzi, un sostegno per rilanciare azioni di sviluppo e riallocare il prodotto che non verrà venduto che negli Usa” conclude il presidente di Origin.

Prima di tutto la tutela dei prodotti per Leo Bertozzi direttore di Origin Italia. Il motivo che ha dato vita alla natura stessa dei consorzi.

EVITARE RIPERCUSSIONI NEL COMPARTO DOP E IGP

Il rincaro dei dazi, nella lista organizzata dagli Us, riguarderà 40 prodotti, in particolar modo formaggi ma anche liquori e salumi fa sapere Leo Bertozzi, direttore di Origin Italia, che poi spiega: “Avremo quattro mesi di tempo per cercare di risolvere politicamente il problema. Se riusciremo a risolvere la questione in tempi brevi non ci saranno gravi ripercussioni, ma se i dazi si protrarranno anche per tutto il 2020 e oltre, ciò potrebbe causare serie ripercussioni nel comparto di DOP e IGP” conclude Bertozzi.

Articolo pubblicato su agricolae.eu
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