Dopo la richiesta di assoluzione avanzata stamane dalla stessa accusa, arriva invece per il sottosegretario Delmastro una stangata dai giudici
Colpo di scena nella vicenda processuale che vede protagonista il sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap Andrea Delmastro. Dal tribunale di Roma arriva la condanna, con l’accusa per l’esponente di governo di aver divulgato informazioni coperte dal segreto di ufficio. E questo nonostante la richiesta di assoluzione avanzata stamane dal pubblico ministero.
Il processo doveva appurare il carattere di riservatezza delle informazioni fornite dall’imputato all’onorevole Giovanni Donzelli in merito alle conversazioni intrattenute in carcere dall’anarchico Alfredo Cospito con altri detenuti al 41 bis. Tali dettagli erano stati poi riferiti in aula dal deputato di Fratelli d’Italia, e compagno di partito del deputato, che li aveva utilizzati per argomentare contro le opposizioni.
“Spero ci sia un giudice a Berlino ma non mi dimetto”, ha commentato a caldo Delmastro.
LA RICHIESTA DI ASSOLUZIONE IGNORATA
Durante l’udienza della mattina, alla quale aveva partecipato anche Delmastro, era emerso che le informazioni fornite dal sottosegretario a Donzelli non erano state ottenute tramite intercettazioni segrete, ma attraverso registrazioni di sorveglianza ordinaria.
La stessa accusa, condotta dai pm Paolo Ielo, procuratore aggiunto all’epoca dell’inchiesta, e Rosalia Affinito, aveva pertanto avanzato richiesta di assoluzione. Nello specifico, nonostante riconoscessero la violazione oggettiva del segreto amministrativo, i pubblici ministeri escludevano l’elemento soggettivo del reato, cioè la consapevolezza e l’intenzione di compiere un illecito. Questa posizione era stata già formulata durante le indagini, quando la procura aveva richiesto l’archiviazione del caso, poi respinta dal giudice per le indagini preliminari.
PER DELMASTRO ANCHE L’INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI, PENA SOSPESA
Oltre alla condanna a 8 mesi di detenzione, i giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma hanno riconosciuto a Delmastro le attenuanti generiche, hanno sospeso la pena e gli hanno applicato l’interdizione dai pubblici uffici per un anno, mentre sono state respinte le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, rappresentate da quattro parlamentari del PD.
MELONI: “LA SENTENZA SCONCERTA, DELMASTRO RESTA AL SUO POSTO”
Nel frattempo sono arrivate le parole e la difesa della presidente del Consiglio, nonché leader di FdI. “Sono sconcertata – ha detto Giorgia Meloni – per la sentenza di condanna del sottosegretario Andrea Delmastro, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione. Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione. Il sottosegretario Delmastro rimane al suo posto”.