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Deputati supplenti

Deputati supplenti, pressing azzurro: il sì di Schifani e la partita nazionale

Il pressing azzurro per introdurre la figura del supplente entra nel vivo, tra Sala d’Ercole e Parlamento nazionale.

A Palermo e a Roma si discute di “supplenti”: non in classe, ma all’Ars e nei Consigli comunali. L’idea è quella di introdurre il deputato o consigliere supplente, una figura che possa sostituire chi, eletto in aula, viene poi chiamato a fare l’assessore. Renato Schifani ha dato il via libera politico e Forza Italia spinge ora per accelerare l’iter della riforma, sia in Sicilia che in Parlamento.

CHE COS’È IL CONSIGLIERE SUPPLENTE

Il consigliere supplente è una figura che permette al primo dei non eletti di subentrare a chi viene nominato assessore. Una soluzione già sperimentata in altre Regioni, come il Piemonte, e che in Calabria è stata invece bloccata dopo un acceso dibattito politico. L’obiettivo dichiarato: garantire stabilità, governabilità e maggiore rappresentanza politica. Quello implicito: sbloccare nuove poltrone.

In Sicilia il modello piace, anche perché consentirebbe di bilanciare il numero di assessori tecnici e politici senza svuotare i banchi parlamentari.

SCHIFANI ACCELERA. ECCO PERCHÉ

Renato Schifani ha annunciato il parere favorevole del governo regionale alla riforma, anticipando un passaggio cruciale in commissione Statuto e in commissione Affari istituzionali. L’introduzione del supplente, spiegano i suoi sostenitori, porterebbe vantaggi immediati: oggi otto assessori sono anche deputati, e con i supplenti entrerebbero altrettanti primi dei non eletti, ampliando la rappresentanza.

Parallelamente, a Roma Forza Italia ha presentato una proposta – a firma Gasparri e altri parlamentari – per introdurre la figura del deputato supplente anche all’Ars. L’iter non è semplice: servirà una modifica dello Statuto siciliano con doppia lettura in Camera e Senato. Ma i tempi, spiegano i forzisti, ci sono: l’obiettivo è arrivare alle Regionali del 2027 con la nuova regola in vigore, così da dare ai segretari di partito uno strumento utile nella formazione delle liste.

SUPPLENTE ANCHE NEI COMUNI?

Intanto a Sala d’Ercole il sì della Regione riaccende il fronte trasversale che già da diversi anni spinge per applicare la regola ai Comuni con più di 15mila abitanti, dentro una più ampia riforma degli enti locali che prevede anche il terzo mandato per i sindaci fino a 15mila abitanti e una quota di donne in giunta elevata fino al 40%.

Ma su questo punto le divisioni sono molte, e Schifani ha assicurato che il governo non ostacolerà le misure largamente condivise, frenando su quelle su cui non c’è unità.

DEPUTATO SUPPLENTE, RISCHIO DI INSTABILITÀ?

La figura del consigliere supplente, tuttavia, non è esente da criticità. Come sottolinea un dossier del Servizio Studi dell’Ars, “un simile meccanismo rischia di incidere sulla composizione del Consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo del comune nei confronti della giunta, che rimane potenzialmente sempre soggetta a modifiche per tutta la durata del mandato elettivo, in quanto dipende dalle nomine e revoche degli assessori ad opera del sindaco, ossia da parte dello stesso organo destinatario dell’attività di indirizzo e controllo del consiglio stesso”.

Insomma, la possibilità di continui subentri rischierebbe di rendere instabile la composizione del Consiglio comunale o dell’Assemblea regionale. Con buona pace di chi giustifica la necessità della riforma appellandosi alla governabilità.

Leggi anche: Schifani si blinda: Lombardo dentro FI, Genovese per la presidenza dell’Ast

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