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Differenze e analogie natalizie fra Grillo e Trump

Trump Social

I Graffi di Damato

Beh, c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi. Verrebbe voglia di dirlo di fronte all’ultima di Donald Trump, il potente e imprevedibile presidente degli Stati Uniti che al telefono con un bambino di sette anni, Coleman, ha smontato la favola di Babbo Natale. Lui, poi, che avrebbe anche il fisico e i soldi per indossare l’abito della figura più popolare e sognata in questi giorni di festa e fare davvero regali, distraendosi magari dalla truce storia delle frontiere murate, da far pagare per giunta a quelli che debbono rimanere dall’altra parte. E’ un po’ come fece nell’estate del 1961 a Berlino est Walter Ulbricht, col sostegno del dittatore di turno a Mosca, a spese dei suoi connazionali per impedire che andassero a stare meglio a Berlino ovest.

CHI CREDE A BABBO NATALE E CHI NO

Noi invece, in Italia, abbiamo al governo, o quasi, un comico ancora sensibile alla fantasia dei bambini e alle debolezze dei loro genitori: Beppe Grillo. Che ha riproposto sul suo blog personale un articolo del New York Sun del 21 settembre 1897 per ridurre a formiche i cervelli degli uomini come Trump, che di Babbo Natale se ne strabattono.

Peccato solo che il nostro Grillo abbia voluto caricare sulla sua slitta come regali gli ingredienti, anche quelli più tossici, della legge di bilancio del 2019 appena fatta approvare al Senato imbavagliandolo. E che nei prossimi giorni verrà ratificata dalla Camera. Dove la maggioranza sarà ancora più blindata che a Palazzo Madama.

 

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