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I dissidi interni M5s verso la fine degli Stati Generali

M5s Stati Generali

Di Maio contro Di Battista, Casaleggio escluso. Domenica 15 novembre si chiudono gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle, che si avvia a chiudere la discussione sui temi caldi (leadership, rapporto con Rousseau, vincolo due mandati) più diviso che mai

Domenica 15 novembre nel pomeriggio si terrà l’Assemblea pubblica che concluderà gli Stati generali del Movimento 5 stelle. Saranno 30 i relatori scelti sulla piattaforma Rousseau ad esporre il documento diviso in tre macroaree (agenda politica, organizzazione e struttura, principi e regole base) e redatto da 305 delegati votati dai circa 8 mila iscritti che hanno partecipato alle prime tre settimane di confronto a livello locale. “Il Movimento è l’unica forza politica che, grazie alla piattaforma Rousseau, dà ai suoi iscritti la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni politiche”, ha voluto sottolineare il M5s sul blog delle Stelle.

CHI SONO I 30 BIG

Tra i big che interverranno ci sono il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il presidente della Camera, Roberto Fico, il simbolo dell’anti-alleanza giallorossa Alessandro Di Battista e – su richiesta del M5s – parteciperà anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Alcuni ritengono possibile anche l’arrivo a sorpresa del co-fondatore del movimento, Beppe Grillo. Tra i 30 eletti anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, vicepresidente del Senato, Paola Taverna, l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta e il viceministro al Mise Stefano Buffagni. I relatori giungeranno a una sintesi finale che verrà infine sottoposta al voto delle Rete.

I TEMI

Nei 21 documenti redatti durante il corso delle riunioni regionali che si sono svolte nelle scorse settimane, tra i temi principali che il M5s affronterà durante gli Stati generali ci sono la leadership, il rapporto con Rousseau, il vincolo di due mandati per gli eletti.

LA METAMORFOSI DEI 5S

Come scrive Repubblica, in questo weekend di Stati generali, il M5s tenterà di “cambiare pelle senza darlo troppo a vedere. Trasformarsi per mettere in salvo la legislatura, lavorare a un asse col Pd nelle città, rivoluzionare i rapporti con l’associazione Rousseau e Davide Casaleggio, senza che nulla di tutto questo sembri un’abiura. Una sconfessione. La fine di un’epoca”.

COSA CAMBIERÀ CON GLI STATI GENERALI

Domenica non si conoscerà la nuova leadership ma si saprà che tipo di guida sarà data al Movimento. Si guarda soprattutto alla struttura e alle regole sulle quali si basa. Il M5s vuole puntare su un organo collegiale, una segreteria allargata di numero dispari, con un primus inter pares, che in molti vedono in Di Maio. I nomi che faranno parte di questa segreteria però si conosceranno probabilmente solo entro Natale, quando il Movimento sarà ormai a tutti gli effetti un partito, con un segretario e la sua segreteria.

DI BATTISTA E CASALEGGIO

Sul palco ci saranno le diverse visioni che sono all’interno dello stesso Movimento. C’è il “governista” Di Maio che vuole consolidare l’intesa con il Pd e il suo opposto, Di Battista che invece chiede di tornare alle origini e chiudere con il Partito Democratico. Infine, Davide Casaleggio è il grande escluso, che non sarebbe stato invitato.

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