Conte attacca Meloni. Israele apre il fuoco a Jenin contro una delegazione dell’Unione Europea. Tajani convoca l’ambasciatore
In un clima sempre più teso la questione di Gaza è tornata al centro del dibattito politico, accendendo gli animi in Parlamento. Tra mozioni, appelli e prese di posizione forti, sono sempre più profonde le fratture tra maggioranza e opposizione nell’interpretazione del ruolo dell’Italia nel conflitto in Medio Oriente.
Alla Camera dei deputati, sul tavolo, quattro diverse mozioni: una presentata congiuntamente da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra; un’altra da Italia Viva; una terza firmata dai partiti di maggioranza; e infine una proposta da Azione e Più Europa.
CONTE ATTACCA: “GIRAVOLTA DI MELONI SU GAZA”
Il presidente del M5s Giuseppe Conte ha affondato il colpo in Aula mostrando un tweet di Giorgia Meloni risalente al 2014, quando scriveva: “Un’altra strage di bambini a Gaza. Nessuna causa è giusta quando si sparge il sangue degli innocenti”. Un messaggio che, secondo Conte, oggi stride con il silenzio della premier davanti alle migliaia di bambini uccisi. “Di tutte le giravolte a cui Giorgia Meloni ci ha abituato – ha detto – questa è la più riprovevole sul piano morale e la più sanguinosa sul piano umano”.
Sulla stessa linea Elly Schlein, che ha parlato di “inferno in terra” a Gaza, accusando il governo italiano di restare fermo davanti a un massacro. “Il silenzio è complice”, ha detto, chiedendo a Meloni di rompere ogni ambiguità: “Lei rappresenta l’Italia, ma non un Paese che si gira dall’altra parte”. I parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra hanno esposto bandiere palestinesi in Aula, subito rimosse, mentre Nicola Fratoianni ha parlato indossando una spilletta a forma di cocomero, in segno di solidarietà al popolo palestinese.
TAJANI E LUPI: “ISRAELE FERMI I RAID CONTRO CIVILI”. APPROVATA LA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA
Dal governo è arrivata una risposta più diplomatica: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato di aver chiesto a Israele di fermare i raid contro i civili e aprire i valichi per gli aiuti umanitari. A breve, ha detto, 52 palestinesi verranno trasferiti in Italia per motivi sanitari. Anche Maurizio Lupi (Noi Moderati), pur ribadendo l’amicizia con Israele, ha invocato lo stop alla strage di civili: “Permettiamo l’ingresso degli aiuti e lavoriamo per la pace”.
Alla fine, l’Aula ha approvato la mozione della maggioranza, che invita a sostenere ogni tentativo negoziale per la stabilizzazione di Gaza, basato sulla soluzione dei due Stati. Bocciate invece le proposte di Pd, M5s, Avs e Azione. Solo alcuni punti della mozione di Italia Viva hanno ricevuto il via libera.
GIORNALISTI NEL MIRINO, L’APPELLO DAL VALICO DI RAFAH
Parallelamente, si alza il grido d’allarme dei 14 giornalisti della carovana al valico di Rafah: “Basta sparare sulla stampa”. Secondo l’appello, oltre 220 reporter palestinesi sono stati uccisi in 19 mesi di conflitto, e 48 sono attualmente detenuti. “La stampa non è solo testimone: è diventata un bersaglio”, scrivono.
A chiudere il coro di appelli è stato Papa Francesco, che durante l’udienza generale ha definito “sempre più dolorosa” la situazione nella Striscia di Gaza, rinnovando l’invito a fermare le ostilità e a far entrare aiuti umanitari: “Il prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dai malati”.
ISRAELE SPARA CONTRO DELEGAZIONE UE A JENIN CON VICENSOLE ITALIANO, TAJANI CONVOCA AMBASCIATORE
Nel frattempo – come riferito da al Jazeera – l’esercito israeliano avrebbe aperto il fuoco su una delegazione diplomatica europea in visita al campo di Jenin, in Cisgiordania. A essere presi di mira 25 ambasciatori e diplomatici europei ed arabi. Coinvolto anche il viceconsole italiano Alessandro Tutino, che sta bene ed è già rientrato a Gerusalemme. E il ministro Tajani ha deciso di convocare l’ambasciatore israeliano a Roma.