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Ecco le nuove linee guida di Mise e Minambiente sulle trivellazioni offshore

Trivelle

Fissate le direttive per la dismissione delle piattaforme, e per uniformare i procedimenti di VIA e AIA sulle prospezioni e perforazioni in mare

Si prepara una mini-rivoluzione per il settore upstream italiano. Sono arrivati, infatti, due nuovi decreti – uno del ministero dello Sviluppo economico e uno del dicastero dell’Ambiente – con le procedure di decommisioning delle piattaforme petrolifere offshore esaurite o non più utilizzabili e le linee guida per il rilascio dei pareri della Commissione VIA o per l’autorizzazione integrata ambientale riguardante le attività di prospezione, perforazione di pozzi a altre attività per la ricerca o la coltivazione di idrocarburi in mare.

LA PROCEDURA DI DECOMMISSIONING

Il testo sull’attività di decommissioning italiana delle piattaforme per la coltivazione di idrocarburi offshre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stato adottato in linea con le norme comunitarie e le osservazioni da parte di stakeholder di settore. Le linee guida si riferiscono, precisamente, a piattaforme e infrastrutture connesse riguardanti giacimenti di idrocarburi “esauriti o comunque non utilizzabili, o non suscettibili di assicurare ulteriormente produzione in quantità commerciale”. Secondo il decreto, quando un pozzo non produce più va chiuso senza essere “abbandonato”, adottando una serie di accorgimenti precisi: come, ad esempio, la rimozione delle colonne intermedie e della colonna di produzione dal fondo marino “mediante taglio e recupero”. In alcuni particolari casi, alla chiusura, si può derogare tramite un “riutilizzo alternativo” che però va autorizzato da parte dell’amministrazione competente. In ogni caso vanno presentati documenti e disegni aggiornati utili ai fini della definizione degli interventi e delle condizioni di sicurezza soprattutto ambientale, unita a una “compiuta descrizione dell’aggiornato quadro ambientale, comprensivo degli aspetti pertinenti il paesaggio ed il patrimonio culturale, entro il quale si collocano la stessa piattaforma e le infrastrutture connesse”.

LE LINEE GUIDA DEL MINAMBIENTE PER GARANTIRE L’UNIFORMITÀ DEI PROCEDIMENTI DI VIA E DI AIA

Le linee guida del ministero dell’Ambiente dettano, invece, indirizzi per garantire l’uniformità dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di rilascio, riesame, aggiornamento dei provvedimenti di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per i quali il ministero dell’Ambiente è l’Autorità Competente per le opere di prospezione geofisica, perforazione di pozzi ed altre opere a mare. Nel provvedimento si evidenzia che in caso di prospezioni geofisiche attraverso l’uso di air gun o esplosivo i procedimenti “devono essere svolti in presenza di progetti con grado di dettaglio tale da consentire di individuare con elevato grado di certezza tutti i possibili impatti derivanti dalla realizzazione delle attività”. Mentre in generale, il parere di compatibilità dovrà esprimersi “in maniera definitiva su aspetti quali la compatibilità del tracciato e l’adeguatezza delle procedure di prospezione e monitoraggio”. Fondamentale anche la vigilanza degli scarichi delle acque in mare che vanno “controllati attraverso sistemi di misura che garantiscano, ove tecnicamente possibile, monitoraggi fiscali in continuo dei parametri più significativi”. Insomma, una serie di prescrizioni che tengono conto dei potenziali impatti “generati durante l’intera vita utile delle opere, nonché durante le fasi di realizzazione e durante le fasi di ripristino dei luoghi”, e della “particolare potenziale criticità che le attività di prospezione geofisica e le opere per la coltivazione di giacimenti idrocarburici possono determinare, in particolare se effettuate in ambiente marino”.

(Il testo completo dell’articolo è disponibile su Energiaoltre.it)

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