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Rigenerare l’Italia tra economia circolare e parità di genere. Il Recovery Plan secondo il Pd

castagnetti e il congresso Pd

Parola d’ordine ‘rigenerare’, non ‘ricostruire’. Cosa manca secondo il Pd nel Recovery Plan del governo su rivoluzione green, economia circolare, lavoro, parità di genere, digitalizzazione e innovazione

Il Pd ha presentato le proprie osservazioni in merito al Recovery Plan ideato dal governo. La crisi sanitaria ha reso ancora più evidenti i problemi strutturali dell’Italia e amplificato disuguaglianze e limiti dell’attuale sistema economico e sociale. Il Recovery Plan – si legge nelle osservazioni – è “l’occasione per un nuovo ‘patto italiano’ che affronti la crisi con il coraggio del cambiamento, vinca la sfida della transizione verde e digitale, riduca le disuguaglianze sociali, di genere e territoriali, costruisca opportunità di qualità per le nuove generazioni”.

NON RICOSTRUIRE, MA RIGENERARE L’ITALIA

Per il Pd, il documento proposto dal Governo è giustamente ambizioso ma non deve incorrere nel rischio di “consolidare o soltanto correggere il Paese che c’è, con i suoi limiti, i suoi ritardi e le sue ingiustizie, piuttosto che delineare un’altra idea dell’Italia”. Per questo “l’obiettivo non deve essere ‘ricostruire’ quel che c’era, ma ‘rigenerare’ il Paese investendo nelle sue enormi potenzialità e affrontando le sue fragilità.

RIVOLUZIONE VERDE ED ECONOMIA CIRCOLARE

In merito alla rivoluzione verde, alla transizione ecologica e alle politiche industriali del cluster Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione, per il Pd è fondamentale rafforzare la componente degli investimenti, finalizzando le risorse ai progetti con maggiore impatto trasformativo – in particolare, in settori strategici come quello digitale e dell’energia.

Una delle critiche al Piano proposto dal governo riguarda l’assenza di risorse finalizzate alla trasformazione del settore siderurgico (da non dimenticare l’avvio del piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto che deve trovare ‘impegni significativi nel Recovery Plan’) così come alla transizione di quello automobilistico.

Servono investimenti in efficienza energetica, del patrimonio edilizio pubblico e dell’edilizia sociale così come delle energie rinnovabili. Va precisata meglio la direzione di marcia sull’economia circolare investendo nel potenziamento tecnologico della raccolta differenziata, nella realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati finalizzati al recupero di materia e alla produzione di biometano da impiegare nel trasporto pubblico – il tutto riducendo il divario tra Nord e Sud del Paese.

LAVORO E PARITÀ DI GENERE

Una volta che i sussidi, la Cig e i ristori finiranno così come il blocco licenziamenti, per il Partito Democratico servirà un vero e proprio “disegno riformista sul fronte degli ammortizzatori sociali, così come nell’ambito delle politiche attive del lavoro e delle infrastrutture sociali”. Tra i suggerimenti quello di rendere strutturali sia l’estensione dell’assegno di ricollocazione che i contratti di solidarietà espansiva e la legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale da legare al salario minimo garantito.

Tra le priorità espresse dal Pd anche l’aumento dell’occupazione femminile, “che richiede una visione di sistema, politiche che liberino il tempo delle donne, che trasformino l’organizzazione sociale, politiche pubbliche necessarie al superamento delle discriminazioni e degli stereotipi di genere”.

INFRASTRUTTURE SOCIALI E POLITICHE DI GENERE

Nel documento, il Pd è abbastanza insoddisfatto su come il governo pensa di affrontare il tema delle infrastrutture sociali, “alle quali non viene riconosciuto un peso adeguato. Assistenza, sanità e istruzione nell’insieme rischiano di avere risorse complessivamente inadeguate”. In particolare, “non appaiono assolutamente sufficienti le risorse quelle per i nidi, […] poche sono le risorse per i giovani, per la vulnerabilità e scarsa l’attenzione rivolta al Terzo settore”.

Per il Pd gli investimenti nelle infrastrutture sociali sono il tassello fondamentale anche per “rendere credibili le politiche di genere” perché solo così si avrà il vantaggio di “liberare il tempo delle donne e di creare occupazione in settori fortemente caratterizzati dalla presenza femminile”.

La parità di genere, nel Piano del governo, “non emerge come obiettivo condiviso dalle diverse missioni, di fatto viene indicata solo nelle missione equità e inclusione sociale e territoriale”.

DIGITALIZZAZIONE E INNOVAZIONE

Il Pd tra i grandi progetti nazionali che potrebbero orientare il mercato propone la digitalizzazione nella scuola, nella sanità e delle città e chiede maggiore chiarezza sullo scopo della struttura indicata della cyber security, “in particolar modo il modo in cui si relaziona e si integra con gli strumenti già oggi finalizzati alla tutela della sicurezza nazionale”.

Investire sul digitale, per i dem, significa potenziare la ricerca in questo campo e nel capitale umano, il che sarà possibile soltanto assumendo nuovi giovani scienziati e ricercatori.

CULTURA 5.0

Secondo il Pd andrebbe creata un’apposita cornice per le industrie creative e culturali, una vera e propria Cultura 5.0, con misure di attrazione e sostegno degli investimenti in cultura, innovazione creativa e rafforzamento delle filiere dell’industria e dell’impresa culturale.

TURISMO E COMMERCIO

Anche in merito alle questioni delle politiche industriali, al Pd appaiono “scarse le risorse che riguardano il turismo, che ha subito gli effetti della crisi congiunturale e che necessiterebbe di maggiori investimenti per qualificare l’offerta ricettiva e le strutture dal punto di vista ambientale e digitale”. A questo si aggiunge l’assenza di misure di sostegno per fronteggiare la trasformazione nell’ambito del commercio.

L’IMPORTANZA DEL CONFRONTO NELLA GESTIONI DEL RECOVERY PLAN

Le osservazioni si concludono con un invito al governo, quello di garantire il coinvolgimento del Parlamento nel percorso di monitoraggio dell’attuazione del Recovery Plan. Il Pd chiede al Governo di farsi garante di un confronto costante e di un coinvolgimento delle forze economiche e sociali e del Terzo settore, delle associazioni delle donne, del mondo dell’ambientalismo, dei giovani.

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