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John Elkann sta pensando di vendere Repubblica (e La Stampa)?

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Ieri Dagospia ha rilanciato un tweet di Claudio Plazzotta che annunciava che “tutto il gruppo Gedi è in vendita” 

Il mondo dei quotidiani italiani, si sa, è in crisi da anni. Numeri di vendita in calo, costi della carta che costringono le redazioni alla svolta online (positiva, sì, ma che comporta anche le derive degli articoli “acchiappa click”) e crisi interne che coinvolgono i comitati dei giornalisti.

Ieri, su questo fronte, è emerso un aggiornamento di non poco conto che riguarda La Repubblica e La Stampa, in sintesi il gruppo editoriale Gedi.

Come rilanciato da Dagospia, il giornalista Claudio Plazzotta in un tweet ha scritto che “dopo i colloqui con l’amministratore delegato di Gedi, Maurizio Scanavino, il comitato di redazione del gruppo (ovvero il sindacato interno dei giornalisti) prende atto, e lo esterna in un comunicato, che “Tutto il gruppo Gedi è in vendita”, comprese Stampa e Repubblica”.

LA CRISI DI GEDI

L’ex gruppo di quotidiani fondato dalla società L’Espresso, ora in mano a Exor di proprietà Agnelli-Elkann appunto non viaggia in acque tranquille da tempo. In termini di linea editoriale: dopo la fine della direzione di Ezio Mauro a novembre 2015 sono cambiati tre direttori nel giro di cinque anni. Prima Mario Calabresi, poi Carlo Verdelli, quindi Maurizio Molinari da La Stampa. Il quotidiano torinese nel frattempo è stato acquisito in toto dalla proprietà Exor, che quindi ha operato la svolta al fine di fare la guerra al Corriere della Sera da Torino e da Roma, ed è diretto da Massimo Giannini. Già a Repubblica, quest’ultimo dirige anche GNN, la rete dei quotidiani locali Gedi.

E proprio riguardo i giornali di provincia, nel frattempo tante testate locali come Il Tirreno di Livorno sono passate ad un’altra proprietà (Gruppo SAE – Sapere Aude Editori). L’ex editore di Repubblica Carlo De Benedetti, invece, nel 2020 ha fondato il gruppo Editoriale Domani che edita l’omonimo quotidiano, oggi diretto da Stefano Feltri.

Anche riguardo la gestione dello storico settimanale d’inchiesta L’Espresso si fa fatica a trovare serenità e linearità negli ultimi anni. Su tutto, con la proprietà Exor, la testata domenicale oggi continua a uscire insieme a Repubblica ma è passata in mano al patron della Salernitana Daniele Iervolino. Oggi è edita dal gruppo Bfc Media, ha cambiato formato e collaboratori e dopo l’addio di Marco Damilano come direttore, anche Lirio Abbate è stato accompagnato alla porta per far posto all’ex numero uno di Forbes Italia Alessandro Rossi.

I RUMORS SULLA VENDITA

Adesso, oltre alla grana Juventus, per John Elkann continua il momento difficile sul fronte quotidiani. “Sono voci che mirano a generare instabilità. Repubblica è parte integrante di Gedi, e sta andando bene: ormai da mesi supera il principale concorrente, il Corriere della Sera, per numero di utenti unici. Gedi è una bellissima organizzazione editoriale che mette insieme informazione e intrattenimento puntando sull’innovazione”, rispondeva il patron a Ezio Mauro a gennaio.

Dopo la bomba sganciata ieri da Plazzotta, invece, lo scenario sembra essere cambiato verso tutt’altra direzione.

L’IMPERO (ANCHE) MEDIATICO EXOR

Come noto, l’impero Exor edita anche L’Economist.

A dicembre 2022, tornando ai quotidiani italiani, i dati Ads hanno certificato per l’ennesima volta da tanti mesi a questa parte la crisi di vendite di Repubblica e Stampa. Soltanto rispetto a dicembre 2021, come sottolineato da Charlie – la newsletter sui giornali de Il Post – il primo ha registrato una diffusione di 109.368 (-20% sul 2021) copie e il secondo di 78.004 (-12%).

 

 

 

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