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Energia e bollette: cosa propongono FdI, Lega, Pd e non solo

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Le soluzioni sull’energia di FdI, Lega, Pd e non solo

Il ‘caro bollette’, visto il delicato momento che stiamo vivendo, potrebbe essere il tema su cui si deciderà l’esito delle elezioni. Ogni partito ha delle soluzioni differenti. Ecco nel dettagli quali sono.

La ricetta del centrodestra

Il centrodestra, sull’energia, ha un programma sostanzialmente omogeneo. Le tre forze principali sono tutte favorevoli alla costruzione di nuovi termovalorizzatori e rigassificatori (no a Piombino), ma sostengono anche il nucleare di ultima generazione. Forza Italia vuole “una transizione energetica giusta” che preveda investimenti soprattutto nel fotovoltaico e nell’eolico, mentre Fratelli d’Italia punta sul ‘corridoio Mediterraneo’ per rendere l’Italia “l’hub europeo dell’energia”. I meloniani intendono, poi, creare “una filiera produttiva italiana ed europea per le rinnovabili, le reti e gli accumuli”. Il tetto europeo al prezzo del gas è un altro obiettivo comune a tutto il centrodestra. Fratelli d’Italia, però, si impegna non solo a a ridurre l’Iva e le accise su gas e carburanti, ma vuole anche “svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas attraverso una modifica normativa del funzionamento della Borsa unica nazionale dell’energia e del Prezzo unico nazionale”. Tra le tante misure proposte dai meloniani c’è anche l’introduzione delle “utenze di sussistenza” per garantire energia elettrica e gas a chi non riesce a pagare le bollette. La Lega, invece, intende proseguire sulla strada tracciata dal governo Draghi, riducendo le accise di gasolio, benzina e GPL. Ma l’obiettivo di lungo periodo è quello di incentivare la produzione di bio-metano, e contestualmente modificare il PiTESAI così da riprendere la produzione nazionale di gas naturale.

Le proposte del centrosinistra

Il Pd ha messo in campo un piano nazionale per il risparmio energetico che punta a installare 85 GW di rinnovabili entro il 2030. I democratici non intendono “inseguire la discussione sulla costruzione di centrali nucleari” e considerano i rigassificatori una “soluzione-ponte”. Vogliono, pertanto, istituire un “Fondo Nazionale Compensativo Anti-Nimby” con lo scopo di portare avanti politiche di compensazione con i cittadini dei territori coinvolti. Per le famiglie con redditi medio-bassi, il Pd ha pensato a un nuovo contratto “luce sociale” per l’energia prodotta solo da fonti rinnovabili. Impegno Civico, il partito di Luigi Di Maio, lavorerà per ottenere un prezzo fisso europeo del gas vuole le bollette dell’80% a tutte le imprese. +Europa si schiera a favore sia del termovalorizzatore di Roma sia dell’installazione di nuovi impianti di rigassificazione, ma punta soprattutto a fissare un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Infinre, è suo desiderio “rafforzare la ricerca e la cooperazione scientifica sull’energia nucleare” e “sviluppare una politica energetica europea allineata con quella climatica”. Verdi e Sinistra Italiana si prefiggono, invece, di raggiungere il passaggio definitivo dal gas all’elettrico entro il 2035. Sono fermamente contrari sia alle centrali nucleari sia alle trivelle. Prevedono “un piano per l’eliminazione dei combustibili fossili dalle abitazioni mediante energie rinnovabili, efficienza energetica, pompe di calore e ogni altro processo che porti all´elettrificazione completa delle abitazioni”. I ‘rossoverdi’ vorrebbero fissare in via temporanea un tetto al prezzo del gas e installare 15 GW all’anno.

Cosa promette Azione-Italia Viva

Il Terzo Polo vuole terminare i due rigassificatori galleggianti ancora da costruire e potenziare gli impianti già presenti nel nostro Paese. Contemporaneamente guarda con interesse allo sviluppo dell’idrogeno e si batterà per introdurre un “price cap” europeo del gas. I centristi pensano d ridurre i costi della bolletta “incentivando con garanzia statale la produzione di energia rinnovabile per autoconsumo (inclusi i sistemi di accumulo)”. Nel medio periodo, Azione e Italia Viva vogliono anche “ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 con fonti rinnovabili”, mentre nel lungo periodo puntano a sfruttare il nucleare.

M5S, il partito dei no

Il M5s dice no alla creazione di nuovi inceneritori e nuove trivelle. Sì convinto, invece, al Superbonus e a tutte quelle misure che portino a un risparmio energetico nelle case degli italiani e per le imprese che investono nelle rinnovabili. I pentastellati, infine, intendono ridurre le emissioni annue di gas serra puntando a quella che i grillini definiscono “società 2000 watt”.

 

 

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