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Euromedia Research: così Milano sta soppiantando Roma

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Ma Fabio Bistoncini avverte: ” Milano come capitale della policy e Roma capitale della ‘politics’ è una dicotomia solo apparente perché se è vero che ha saputo offrire alla politica classe dirigente, stimoli progettuali e capacità di fare e mobilitare opinioni – emergendo nel dibattito – molte decisioni sono ancora prese a Roma ed è li che un’azienda o un gruppo di interesse negozia e crea consenso attorno alle proprie istanze”

Mediolanum caput mundi? Per 2 italiani su 3 il capoluogo lombardo sembra essersi già rialzato dopo il brutto colpo del Covid e si sarebbe già rimesso a correre. Pure molto velocemente, tanto da anticipare tendenze e influenzando tutta la nazione e, per quasi il 40% degli interpellati, anche altre città in Europa. Milano ricopre un ruolo centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale e, addirittura, in termini di importanza, sta rimpiazzando Roma perché “incipit” di progettualità e innovazioni e punto di ancoraggio, unico, dell’Italia al resto del mondo.

MILANO

È questo il ritratto della città che emerge dal Rapporto curato da Euromedia Research per FB&Associati, la prima società specializzata in relazioni istituzionali fondata in Italia ormai 25 anni fa che, peraltro, proprio a Milano ha aperto i suoi nuovi uffici.

La ricerca, conclusa due settimane fa, ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana e un pool di opinion leader del mondo finanziario, industriale, della politica e dell’editoria con l’obiettivo di indagare come è cambiata la percezione e l’importanza della città nel nuovo contesto dell’Italia post pandemia e come possa o meno rappresentare un traino per il Paese in termini di tendenze e di integrazione con il resto del mondo.

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Secondo il campionamento, la città ha notevolmente aumentato il suo peso sulla scena nazionale come riconosce il 89.9% degli intervistati anticipando le tendenze che poi influenzeranno tutta la società (70.4%) con un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo di interessi a livello nazionale, molto più di Roma, e con una fisionomia sempre più integrata alle altre città europee e connessa alle aree più produttive di Francia e Germania. Una città in grado insomma di svolgere un ruolo trainante dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario, ma anche perché sempre più capace di sperimentare e di lanciare nuove sfide, complice quel mix unico tra “saper fare”, coraggio e capacità di mobilitazione della società civile che la rendono “laboratorio politico” con idee, movimenti e novità in grado di orientare e qualificare anche la politica nazionale, soprattutto sul piano delle policy.

MILANO

“Nel caso di Milano, questa evoluzione nella sua capacità di influenza è stata piuttosto recente, come questa ricerca conferma e tratteggia nel merito – ha commentato Fabio Bistoncini, presidente e fondatore di FB&Associati – Milano come capitale della policy e Roma capitale della “politics” è una dicotomia solo apparente perché se è vero che la prima ha saputo offrire alla politica classe dirigente, stimoli progettuali e capacità di fare e mobilitare opinioni – emergendo nel dibattito – molte decisioni sono ancora prese a Roma ed è li che un’azienda o un gruppo di interesse negozia e crea consenso attorno alle proprie istanze. C’è bisogno insomma di entrambe le anime e di presidiare entrambi gli estremi dell’arco decisionale – prosegue Bistoncini – La politica ha bisogno di restare in contatto con i territori e i territori di farsi ascoltare e di incidere dal basso, per questo il ruolo di chi fa il nostro mestiere accompagnando le imprese in questo dialogo si fa sempre più complesso. Ma anche sempre più decisivo per un Paese che vuole essere più moderno, integrato con il resto del mondo e più efficiente ed efficace nell’utilizzo delle risorse, dal PNRR in poi”.

E la politica? Sembra inseguire la città (per il 39.1% degli intervistati) piuttosto che viceversa, perché Milano è una città che si “governa da sola” e che su queste basi può dare luogo a sperimentazioni anche virtuose o replicabili in altre realtà del Paese. Sullo sfondo l’antagonismo con Roma che lascia intuire un nuovo, ma non troppo, diktat secondo cui “non si governa da Milano, ma non si governa senza Milano”. “Milano si posiziona sui rami più alti dei processi di sviluppo nazionali, europei e mondiali. – ha evidenziato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research – Viene letta dagli italiani come un punto di riferimento e di partenza da cui trarre spunto per tutte le sue attività – non solo economiche e finanziarie – che di volta in volta riescono a riprodurre quei vantaggi competitivi dinamici che la contraddistinguono e che ne originano la sua funzionalità nel sistema metropolitano. Una città che con il suo temperamento è riuscita a diventare anche un’importante meta turistica non solo per lo shopping, come ha dichiarato 1 cittadino su 3. Non possiamo conoscere il profilo che Milano avrà nel 2050, ma sarà sicuramente straordinaria nel coraggio di sapersi rigenerare e nel suo essere sempre pioniera oltre i confini del conosciuto.”

Tra i settori in cui Milano è percepita come sul podio, senza troppe sorprese: moda e design (87.6%), imprenditoria (84.8) Industria e commercio (82.8%) ma anche ambiti meno “scontati” come arte e cultura (70.7) e rigenerazione urbana/urbanistica (59.8%).

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