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L’educazione finanziaria? Fondamentale per evitare manipolazioni
Ottobre è il mese dedicato all’informazione del risparmio. Decine le iniziative in tutta Italia. Centemero (Lega): “Il Fintech e l’educazione finanziaria sono strategici”
L’economia che cambia, i pagamenti digitali e le nuove frontiere del Fintech. All’interno del mondo del risparmio, dell’investimento e della finanza in generale ci sono regole e soggetti che occorre conoscere per essere consapevoli e informati sul modo in cui investiamo i nostri soldi. Per questo ottobre è il “Mese dell’educazione finanziaria” con oltre 200 appuntamenti gratuiti in tutta Italia per informarsi, discutere e capire come gestire e programmare le risorse finanziarie personali e quelle della propria famiglia, approfondendo i temi del risparmio, degli investimenti, delle assicurazioni e della previdenza. Il calendario è disponibile sul sito www.quellocheconta.gov.it. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (cui contribuisce anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze).
CENTEMERO: FINTECH STRATEGICO COME L’EDUCAZIONE FINANZIARIA
“Il Fintech è un settore strategico. Da Poste Pay a Tinaba passando da Prestiamoci in Italia e a Milano in particolare la scena è più che mai vivace. Personalmente sto tirando le somme insieme al gruppo della Lega per un confronto con le realtà del Fintech italiano e non solo. Lo sviluppo del settore non prescinde dall’educazione finanziaria nelle scuole, contemplata in un pdl che l’onorevole Capitanio ed io abbiamo depositato alla Camera”, ha detto a PolicyMaker Giulio Centemero (Lega), componente della commissione Finanze della Camera. E in effetti è importante essere informati visto che ancora la gran parte dei pagamenti in Italia avviene in contanti ma il digitale – e tutte le novità che porta con esso – avanza con rapidità e ha raggiunto i 6 miliardi di operazioni all’anno per un controvalore che è di 3,2 volte il Pil.
PERCHÉ È DIFFICILE DIVULGARE LE COSE ECONOMICHE
Per capire l’importanza dell’educazione finanziaria e perché sia fondamentale, basta riferirsi alle parole del direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, che ha parlato di questo concetto nel corso di una lectio magistralis tenuta in settimana all’Università di Venezia. “Divulgare è difficilissimo, anche nelle cose economiche. Perché ragionamenti e fatti di natura economica non sono mai esatti e puramente obiettivi. L’economia studia i comportamenti umani, dunque non è una scienza esatta. Le teorie economiche, anche le migliori, anche quelle elaborate da studiosi di chiara fama della cui buona fede non si può dubitare, possono essere contaminate da pregiudizi, distorte da convincimenti extra-economici. I fatti economici – sia quelli micro, che riguardano singoli soggetti, sia quelli macro, che riguardano grandi aggregati di soggetti – pongono formidabili problemi d’identificazione e misurazione. Ancora più complesso è misurare sentimenti e attese di una collettività, locale, nazionale, internazionale – ha proseguito Rossi -: climi di fiducia, aspettative d’inflazione, intenzioni di consumo o d’investimento. Noi cittadini non siamo abituati a far caso alle fonti delle notizie che ci piovono addosso quotidianamente quando sfogliamo un giornale, consultiamo i dispositivi digitali di cui siamo più o meno tutti dotati, guardiamo la cara vecchia tv. Ancora di peggio accade quando veniamo posti di fronte non a fatti inesistenti o mal misurati bensì a teorie sbagliate o mal rappresentate. Insomma siamo tutti estremamente vulnerabili, esposti a ogni sorta di errore o di manipolazione, anche quando riteniamo di essere evoluti abbastanza da non correre questo rischio”.
LA NECESSITÀ DI UNA BUONA DIVULGAZIONE
“Che cosa si può fare per arrestare questa deriva? Per difendersi da chi ci vuole manipolare o da chi semplicemente propala ingenuità o falsità per pura ignoranza, rischiando di contagiarci? A tre tipi di soggetti possiamo fare appello per contrastare le informazioni distorte o false: i cittadini comuni, cioè i fruitori delle informazioni; i media, che le diffondono; gli artefici seri di informazioni, studiosi singoli, centri di ricerca, organismi statistici – ha osservato Rossi -. Cominciamo dalla prima categoria: i cittadini/consumatori d’informazioni. Essi devono alzare la guardia, non c’è dubbio su questo. Devono diventare più avvertiti della necessità di valutare bene la qualità dell’informazione economica che li raggiunge, innanzitutto soppesando la reputazione delle diverse fonti e imparando a diffidare di quelle sconosciute o di cattiva reputazione. Si tratta tuttavia di un’impresa difficile e lunga, affidata alla buona volontà di ciascuno di noi, quindi non surrogabile da nessun potere pubblico. I media dovrebbero essere i primi a eseguire questa selezione delle fonti sulla base della qualità”. L’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, ha sottolineato Rossi, ha confermato di recente che televisione e radio raccolgono insieme il 56,6 per cento delle dichiarazioni d’uso principale, internet il 26,3, i quotidiani il 17,1. “Televisione e radio, proprio per la preferenza loro accordata dalla popolazione quali canali d’informazione, soprattutto politica, sono da molti anni particolarmente esposti all’influenza di partiti e movimenti politici, che ne riducono la capacità di filtrare le notizie sulla base di criteri di pura attendibilità scientifica”. E gli altri mezzi sono influenzati i modi analoghi, secondo il direttore generale di Bankitalia per il quale però non si può fare affidamento però nemmeno su chi “cerca di mettere insieme teorie e fatti nel modo migliore possibile, nel solo interesse dell’avanzamento della conoscenza: gli autori con pretesa di serietà”. “Insomma, ciò che nei tempi passati era solo raccomandabile – cioè che gli economisti facciano più e miglior divulgazione delle teorie e dei dati economici buoni, validati – diviene imperativo e urgente in tempi, come gli attuali, di onnipresente cattiva o imprecisa informazione economica, usata a fini politici. Ne va non solo del buon nome della professione economica, ma del corretto funzionamento delle nostre società democratiche”, ha concluso Rossi.
IL COMITATO
Da tempo per insegnare e divulgare i temi finanziari opera il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria che ha il compito di programmare e promuovere iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria per migliorare in modo misurabile le competenze dei cittadini italiani in materia di risparmio, investimenti, previdenza, assicurazione. Il Comitato è composto da undici membri ed è presieduto da un direttore, la professoressa Annamaria Lusardi, economista specializzata nel campo dell’educazione finanziaria, che ha fondato e dirige il Global Financial Literacy Excellence Center alla George Washington University nominato dal Ministro dell’economia e delle finanze d’intesa con il Ministro dell’istruzione, università e ricerca scientifica tra personalità con comprovate competenze ed esperienza nel settore. La partecipazione al Comitato non dà titolo ad alcun emolumento o compenso o gettone di presenza. Il Comitato opera attraverso riunioni periodiche collegiali e il lavoro di specifici gruppi cui possono partecipare accademici ed esperti nella materia.
EVENTI IN PROGRAMMA PER IL MESE DELL’EDUCAZIONE FINANZIARIA
Gli eventi in programma nel “Mese dell’Educazione finanziaria” si rivolgono a tutti: bambini in età pre-scolare, studenti delle scuole primarie e secondarie, adulti, donne, anziani, famiglie, insegnanti, piccoli imprenditori, studenti universitari, rappresentanti del mondo accademico impegnati sui temi dell’educazione finanziaria. Promotori delle iniziative sono le 10 istituzioni che compongono il Comitato, tra le quali anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha coordinato le attività di questa prima edizione del “Mese”. Moltissimi sono gli eventi organizzati da soggetti terzi: associazioni di vario genere (da quelle dei consumatori a quelle professionali fino a quelle teatrali), fondazioni (incluse quelle impegnate contro l’usura), scuole di diverso ordine e grado, università, imprese del settore bancario e finanziario e non solo. L’Associazione bancaria italiana, ad esempio, da circa 15 anni promuove attività e progetti di educazione finanziaria su tutto il territorio nazionale, un impegno inserito anche all’interno del proprio statuto, che è stato valorizzato nell’ambito del monitoraggio condotto dalla Banca d’Italia per conto del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria in vista del “Mese dell’educazione finanziaria”, sulle iniziative realizzate dal 2015 ad oggi. In particolare, l’Associazione bancaria ha mappato 13 iniziative riconducibili a 6 diversi filoni di attività, in relazione alle quali sono stati realizzati dall’ABI numerosi appuntamenti e strumenti divulgativi.