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Ecco i fondi del Cipe per Intelligenza artificiale, Blockchain e Wi-fi

Su richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico nell’ultimo Cipe 100 milioni di Euro sono stati destinati per lo sviluppo del Wi-Fi e le tecnologie emergenti (Intelligenza artificiale, Blockchain, Internet delle cose)

È arrivato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 ottobre, il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze (P.N.R.F.) tra 0 e 3.000 Ghz per l’uso efficiente dello spettro e la transizione alla tecnologia 5G. Scopo del decreto, firmato dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio lo scorso 5 ottobre è “stabilire, in ambito nazionale e per il tempo di pace, l’attribuzione ai diversi servizi delle bande di frequenze oggetto del piano, di indicare per ciascun servizio nell’ambito delle singole bande l’autorità governativa preposta alla gestione delle frequenze, nonché le principali utilizzazioni civili”. (qui il decreto)

L’OBIETTIVO? PIANIFICARE LE FREQUENZE

Il P.N.R.F. (qui l’appendice al piano) rappresenta un vero e proprio piano regolatore delle frequenze (qui la Tabella di attribuzione del piano nazionale di ripartizione delle frequenze) che consente di verificare, come detto, l’efficiente utilizzazione dello spettro radio, al fine di riorganizzare la risorsa spettrale tra i servizi di radio e di gestire al meglio gli eventuali contenziosi con i Paesi frontalieri. Obiettivo ultimo del Piano, come ha chiarito lo stesso Mise “è di pianificare, in ambito nazionale e in tempo di pace le attribuzioni ai diversi servizi delle bande di frequenze oggetto del piano, indicare per ciascun servizio, nell’ambito delle singole bande, l’autorità governativa preposta alla gestione delle frequenze, nonché le principali utilizzazioni civili; verificare l’efficiente utilizzazione dello spettro, al fine di liberare risorse per il settore televisivo e di gestire al meglio gli eventuali contenziosi con i Paesi frontalieri”.

SPAZIO ANCHE AL 5G

Il Pnrf recepisce di fatto nella legislazione nazionale il Regolamento delle radiocomunicazioni che viene periodicamente modificato dagli atti finali delle “Conferenze mondiali delle radiocomunicazioni” (Wrc), l’ultima delle quali si è tenuta a Ginevra nel 2015. Recepisce inoltre i provvedimenti approvati dalla Unione Europea (obbligatori) ed i provvedimenti della Cept (Conferenza europea delle poste e telecomunicazioni), se ritenuti necessari in quanto questi vengono implementati su base volontaria. L’aggiornamento del PNRF è uno dei compiti istituzionali del Mise-DGPGSR, sancito anche dal Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (d. lgs. 31 luglio 2005, n. 177) e l’attuale Piano è stato redatto sulla base dell’articolo 5 del Regolamento delle radiocomunicazioni. Ciò anche per stabilire la riduzione della banda destinata alle trasmissioni televisive a favore dei nuovi sviluppi delle reti di comunicazione mobile senza fili (5G). Infatti, per quanto riguarda l’assegnazione delle frequenze, è stato approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con delibera n. 290/18/Cons del 27 giugno 2018, il nuovo Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (Pnaf 2018). Si è poi conclusa il 2 ottobre 2018, con un ammontare totale di offerte per più di 6,55 miliardi di euro, la procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G, che era stata avviata il 13 settembre. (qui il documento di consultazione della Camera).

MISE: 100 MILIONI DI EURO PER WI-FI E TECNOLOGIE EMERGENTI

Proprio all’interno del settore sono stati rimodulati una serie di fondi nel corso della seduta d’insediamento del CIPE del 25 ottobre. Su richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico 100 milioni di Euro sono stati destinati per lo sviluppo del Wi-Fi e le tecnologie emergenti (Intelligenza artificiale, Blockchain, Internet delle cose). In particolare, sono stati dirottati 95 milioni di Euro (5 milioni erano già previsti) per sviluppare tecnologie emergenti e in favore della diffusione capillare del wi-fi sul territorio nazionale, in linea con il mandato volto all’innovazione e alla centralità della rete voluto dal Ministro Luigi Di Maio. Queste risorse erano state originariamente destinate (con delibera n. 105 del 22 dicembre 2017) per un importo complessivo fino a 60 milioni di euro per il cofinanziamento di progetti di ricerca, sperimentazione, realizzazione e trasferimento tecnologico aventi ad oggetto l’applicazione della tecnologia 5G a beni e servizi di nuova generazione promossi dalle regioni coinvolte nel progetto di sperimentazione pre-commerciale del 5G posto in essere dal Mise; per un importo complessivo fino a 35 milioni di Euro al cofinanziamento di progetti promossi dalle altre regioni, altri Dicasteri o Enti pubblici di ricerca, per lo sviluppo dei servizi di nuova generazione; infine per un importo complessivo di 5 milioni di Euro destinato allo sviluppo della fase II del progetto wifi.italia.it.

MENO RISORSE ALLA SPERIMENTAZIONE DEL 5G ORMAI IN FASE PRE-COMMERCIALE

In sostanza, come chiarisce lo stesso dicastero, “alla luce della fase ormai avanzata dei progetti di sperimentazione pre-commerciale 5G, non ritenendo più attuale l’esigenza di impegnare le risorse assegnate ai progetti di ricerca e sperimentazione” il ministero dello Sviluppo economico” ne ha richiesto “la rimodulazione, per un totale di 95 milioni di Euro fatti salvi eventuali impegni di spesa già perfezionati, a favore di progetti volti a favorire la diffusione dei servizi in Wi-Fi sul resto del territorio nazionale, ad incentivare la ricerca e lo sviluppo nelle tecnologie emergenti (Blockchain, Intelligenza Artificiale, Internet delle cose) e, in generale, a perseguire gli obiettivi del Piano BUL”. L’intervento destinato allo sviluppo della fase II del progetto wifi.italia.it. “è già in fase di realizzazione in seguito all’emanazione di un apposito decreto da parte del Ministro Luigi Di Maio, per il tramite di Infratel Italia s.p.a, società interamente partecipata da Invitalia, con riferimento ai comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 e, in via residuale, in tutti gli altri comuni con popolazione inferiore ai 2000 abitanti. Tale linea di intervento sarà ulteriormente rafforzata utilizzando le risorse destinate dalla recente delibera Cipe”, conclude il Mise.

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