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Fontana: Lombardia punita, di nuovo in zona rossa
La Regione più colpita nella prima e nella seconda ondata si appresta a iniziare il 2021 in zona rossa. Lo ha annunciato, senza nascondere l’amarezza, il presidente della giunta regionale Fontana. Confcommercio attacca il nuovo dpcm: fatale per i bar e i ristoranti di Milano
A seguito del nuovo metodo, più rigoroso, deciso dal governo per far scattare prima le fasce cromatiche delle restrizioni, la Lombardia dovrebbe entrare in zona rossa. A confermarlo è stato il presidente della Regione, Attilio Fontana, a margine di un evento a Concorezzo, in Brianza.
FONTANA: LOMBARDIA IN ZONA ROSSA PUNIZIONE
«Ho appena parlato con il ministro della Salute, Roberto Speranza – ha detto Fontana -, è una punizione che la Lombardia non si merita. Mi ha detto che farà fare ancora dei controlli».
Qui il testo integrale del Dpcm del 14 gennaio
IL NUOVO ALLARME DI CONFCOMMERCIO
Intanto, oltre alla spada di Damocle che la Lombardia possa tornare zona rossa, Confcommercio attacca la decisione di sospendere l’asporto nei bar alle 18, che potrebbe essere introdotto dal Governo con le nuove misure anti-Covid, sostenendo che potrebbe essere fatale per gli esercizi in particolare a Milano città. dal sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Epam (l’Associazione dei pubblici esercizi) e dai risultati elaborati dall’Ufficio Studi, emerge come per i bar la perdita ulteriore media di fatturato sarà del 46%. La perdita sarà più alta a Milano, dove si registra un possibile calo del 50%, rispetto a Lodi (45%), hinterland milanese (40%) e Monza Brianza (38%).
NEGOZI SULL’ORLO DEL FALLIMENTO
La restrizione sull’asporto, sottolinea Confcommercio, arriva in una situazione già drammatica per tutti gli esercizi pubblici: dal 67 all’86% la quota di operatori che considera la propria attività a rischio chiusura, con un picco del 91% a Milano città. Nel dicembre 2020 il fatturato è sceso del 71% in tutte le attività rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le perdite maggiori si riscontrano nei bar-locali più attivi la sera e nei ristoranti: -77 e -76%. I contributi previsti dai decreti Natale e Ristori sono giunti al 73% delle imprese. «I dati – afferma Lino Stoppani, presidente di Epam e Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi Confcommercio) – evidenziano ancora una volta le grandi difficoltà del settore, danneggiato dall’evoluzione della pandemia che trasferisce danni aggiuntivi ad un comparto letteralmente al collasso, mettendo a rischio il modello del pubblico esercizio italiano, diffuso e qualificato». Secondo Stoppani inoltre, vi è un «’accanimento normativo’ che crea confusione, ha scarsa efficacia sanitaria e impedisce qualsiasi programmazione sul futuro delle imprese, alimentando, oltre ai danni economici, preoccupazione, disagi, disperazione, che hanno effetti anche sulla coesione sociale del Paese».