Le parole del rampollo di casa Berlusconi sembrano sancire definitivamente l’avvio di una nuova fase per Forza Italia: ecco chi, tra azienda e Parlamento, può aspirare a far parte del prossimo ciclo, e chi, come Antonio Tajani, sembra destinato al tramonto
Un auspicio ripetuto con il tono del direttore di un palinsesto da rinnovare: “Sono grato a Tajani ma servono facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato”.
Parole che pesano come un macigno sulla leadership di Forza Italia e che sono rimbalzate velocissime da Cologno Monzese a Mumbai, dove il vicepremier si trovava in visita ufficiale.
Il segretario degli azzurri ha provato a deviare i colpi del patron di Mediaset, iscrivendosi al work in progress del rinnovamento, ma il ricambio ai vertici sembra ormai inevitabile, dopo che anche Marina Berlusconi ha iniziato le sue manovre per individuare la nuova guida del partito, incontrando i due governatori Roberto Occhiuto e Alberto Cirio.
IL NUOVO CORSO DI FORZA ITALIA
L’ambizione dei Berlusconi è quella di riportare la creatura politica del padre a guidare la coalizione di centrodestra. Il risicato 8-10% dei sondaggi è un dato incomparabile ai fasti degli azzurri, quando il partito spopolava da Nord a Sud, e non doveva certo guardarsi dalla concorrenza della Lega.
Nella visione degli eredi del Cavaliere, serve maggiore carisma per portare l’elettorato moderato al centro della scena politica. Qualche indicazione sul nuovo corso giunge dall’identikit del giovane in rampa di lancio Simone Leoni, che nel suo discorso inaugurale da segretario delle nuove leve degli azzurri ha sferzato i messaggi d’odio e marcato la sua distanza dalle tendenze ultraconservatrici degli alleati di governo.
La manovra di rinnovamento sarebbe compiuta sotto la supervisione del sempiterno Gianni Letta e grazie anche all’operato dell’ufficiale di collegamento tra famiglia Berlusconi e partito, la vicesegretaria Deborah Bergamini.
OCCHIUTO, CIRIO, LE NUOVE LEVE: CHI SALE
I più pronti per rilevare la poltrona di Tajani sembrano Roberto Occhiuto e Alberto Cirio: il primo, fresco di rielezione come presidente della Regione Calabria, si è già preso la poltrona di vicesegretario del partito, e il 17 dicembre terrà a battesimo – nientemeno che a Palazzo Grazioli, su invito di Marina – un evento che si annuncia spartiacque per il rilancio interno di FI.
Il governatore del Piemonte è invece da sempre uno dei favoriti di Marina, benché fin qui rimasto fedele al segretario. Tra gli altri interpreti ci potrebbero essere lo stesso Leoni e Stefano Benigni, ex coordinatore dei giovani di FI e oggi anche lui tra i numeri due di Tajani.
Tajani prova invece a spingere Lavinia Pieri, portavoce della nuova guardia e parte del discorso di rinnovamento, soprattutto sul piano dell’immagine.
LA PISTA MEDIASET: I MANAGER CHE POTREBBERO “SCENDERE” IN POLITICA
Ma per il casting si potrebbe attingere anche a svariate figure del ramo aziendale, manager fidati dei Berlusconi che costituirebbero una scelta in linea con la vecchia tradizione familiare di promuovere i più meritevoli della galassia Mediaset.
Tra questi, vantano ottime credenziali l’amministratore delegato Niccolò Querci, Stefano Sala (numero uno di Publitalia), Andrea Delogu (vicedirettore dell’informazione) e Mauro Crippa (direttore dell’informazione). Più suggestiva la pista che porta ad Annalisa Doris, erede del fondatore di Mediolanum.
CHI SCENDE: IL RISCHIO PER I VERTICI ATTUALI
La “rottamazione” di Tajani si tradurrebbe in una messa in discussione di tutto il suo inner circle. Una leva che ha nel Centro-Sud le sue radici: in prima linea Raffaele Nevi, portavoce del segretario, e Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, per la cui sostituzione ci sarebbe già stata una raccolta firme.
Della vecchia guardia fanno parte anche l’altro capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Gasparri e il coordinatore campano, nonché capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello.

