Cristian Signoretto arriva alla fine del mandato alla guida di Proxigas: un bilancio dei quattro anni segnati da turbolenze e incertezze geopolitiche
Asset strategico, non solo economico, il settore energetico ha vissuto, e sta vivendo, un periodo critico legato alle turbolenze geopolitiche e alla ricomposizione del quadro delle alleanze diplomatiche.
La guerra tra Russia e Ucraina ha costretto il nostro paese e tutta l’Europa a rivedere i propri fornitori di energia. Una sfida non di poco conto che si è intrecciata con la necessità di procedere lungo la strada della decarbonizzazione garantendo, comunque, approvvigionamenti energetici a prezzi competitivi.
Di tutti, e di molti altri temi, ne ha parlato il presidente di Proxigas Cristian Signoretto, alla fine del mandato nell’associazione, con Energia Oltre. Ne riportiamo un estratto.
Si avvicina la fine del suo mandato, qual è il bilancio di questi quattro anni alla guida di Proxigas?
Sono stati quattro anni intensi, densi di cambiamenti sia per l’Associazione sia – come noto – per l’intero sistema energetico su scala globale. […] Abbiamo affrontato la crisi delle forniture legata al conflitto in Ucraina che ha radicalmente mutato il sistema energetico del nostro Paese, in un mercato mondiale caratterizzato da incertezze e variabilità, e abbiamo lavorato per offrire soluzioni nell’interesse del sistema e garantire la sicurezza, la diversificazione e la sostenibilità delle forniture.
Questo contesto di forti tensioni geopolitiche, dalla guerra in Ucraina alla guerra dei dazi, che impatto può avere sul sistema energetico europeo? Che ruolo può giocare il gas per mettere in protezione competitività e sicurezza energetica dell’Europa e dell’Italia?
Il sistema energetico europeo – così come quello italiano – dipende per larga parte dalle importazioni, specialmente di gas naturale. Le fragilità che ne derivano possono essere gestite e compensate grazie a un mix energetico diversificato, dove il gas naturale conservi un ruolo rilevante, e a un sistema di approvvigionamento basato sulla valorizzazione del GNL, quale fonte di flessibilità, sui contratti di lungo termine, per garantire liquidità e una maggiore sta-bilità dei prezzi, e sullo sviluppo infrastrutturale.
Quali possono essere le implicazioni della nuova escalation del conflitto tra Israele e Iran sul mercato del gas?
L’escalation della crisi in Medio Oriente si aggiunge ad uno scenario geopolitico già molto complesso. Gli attacchi aerei vicendevoli tra Israele ed Iran hanno già portato all’interruzione della produzione di gas nei siti israeliani di Leviathan e Karish, con il conse-guente blocco delle esportazioni verso l’Egitto (ca. 9 bcm/y) e verso la Giordania. Al momento entrambi i paesi hanno attivato azioni di emergenza per ridurrei consumi di gas e l’Egitto sta massimizzando l’import di GNL che contribuisce ad aumentare la domanda e al rialzo dei prezzi.
L’Iran a sua volta potrebbe dover ridurre la propria capacità produttiva gas, riducendo gli attuali export verso l’Iraq e la Turchia, con la diretta conseguenza di un aumento della domanda di LNG. Detto ciò, veri e propri shock sui prezzi del gas si potrebbero generare nel caso di blocco dello stretto di Hormuz, attraverso il quale passa tutta la produzione qatarina, pari a ca. il 20% della produzione mondiale di GNL. Questo avrebbe un effetto simile anche sulle quotazioni del greggio, data la rilevanza dei transiti in quella zona.
Come le istituzioni possono supportare una transizione sostenibile?
Una transizione sostenibile deve traguardare la neutralità climatica garantendo la sicurezza delle forniture energetiche, preservando la competitività industriale e sostenendo la crescita economica e sociale del nostro Paese. A tal fine, occorre avere un approccio realistico e pragmatico e delineare un percorso che, partendo dalla situazione e dal potenziale attuale, sostenga la trasformazione di filiere tradizionali verso la decarbonizzazione e promuova l’innovazione e la ricerca perché ne nascano di nuove.
Per perseguire questi obiettivi occorre definire un quadro di riferimento chiaro e stabile che dia una prospettiva di lungo periodo a chi vuole investire nella transizione ecologica e soprat-tutto che sia basato su un approccio di neutralità alle diverse tecnologie che possono contri-buire all’obiettivo.