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Gas russo in rubli, cosa dice ENI sull’apertura dei conti presso Gazprom Bank

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Eni ammette: “In vista delle imminenti scadenze di pagamento previste per i prossimi giorni, avviata in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K”. Quindi motiva: “Decisione condivisa col governo, in linea con le indicazioni della Commissione Europea. Alternativa è il rischio di interruzioni delle forniture”

“La decisione, condivisa con le istituzioni italiane, è stata presa nel rispetto dell’attuale quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export per confermare espressamente l’allocazione a carico di Gazprom Export stessa di ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti”. Succede tutto in poche ore. Prima, infatti, arriva l’altolà improvviso di Bruxelles, con la Commissione europea che torna a ribadire che l’apertura di un secondo conto in rubli per pagare le forniture “va al di là di quello che abbiamo detto che è permesso nel quadro degli orientamenti che abbiamo dato agli Stati membri”, senza fare nomi ma evidentemente indirizzato ad alcuni attori circostanziati, quindi la notizia che proprio ENI ha avviato la procedura.

“ENI – spiegano da San Donato Milanese, nel cuore di quella Metanopoli disegnata da Mattei -, in vista delle imminenti scadenze di pagamento previste per i prossimi giorni, ha avviato in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K, uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta dalla Federazione Russa”.

“Eni, viene sottolineato, ha già da tempo rigettato tali modifiche. Pertanto l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell’obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. Tale espressa riserva accompagnerà anche l’esecuzione dei relativi pagamenti.” Poche ore prima, appunto, il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, aveva tuonato: “La questione è molto semplice: ciò che non è nelle linee guida per il pagamento del gas russo non è autorizzato”.

“A oggi – spiegano sempre da Eni, Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che:  la fatturazione (effettivamente giunta ad Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto;  che le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa; e che  nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture”.

“Dall’altro lato – aggiungono dal Gruppo guidato da Claudio Descalzi  – l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni (peraltro Eni, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K)”.

Per Eni la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, mentre “un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture”.

“Eni, è la chiosa della lunga nota con cui la società ha risposto alle notizie che si sono susseguite in giornata, in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi. In ogni caso, Eni ribadisce fermamente che rispetterà qualsiasi eventuale futuro provvedimento normativo che dovesse intervenire a sanzionare il trading del gas o le attuali controparti”.

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